TORINO. "Ad un certo punto eravamo ammassati uno sull'altro. Qualcuno, un ragazzo di colore, si è accorto di Kelvin e ha urlato 'c'è un bambino, c'è un bambino'. Poi ha cominciato a spostare la gente, tutta quella che poteva, e altri gli hanno dato una mano. Lo ha salvato".
A parlare è Liu Zhiji, la sorella del bimbo di 7 anni rimasto ferito ieri sera in modo grave, a Torino, nell'ondata di panico che si è abbattuta su piazza San Carlo. L'ultimo bilancio parla di circa 1.527 feriti, che hanno avuto bisogno di cure mediche, secondo i dati della prefettura. Le "maggiori preoccupazioni" sono per tre persone in "codice rosso", fra cui il piccolo Kelvin, di origine cinese, ricoverato in prognosi riservata all'ospedale infantile Regina Margherita nel reparto di rianimazione: ha un trauma cranico e toracico.
Le sue condizioni, apparse subito gravissime, sembrano essere migliorate nelle ultime ore. "La gente premeva e lo stava schiacciando - racconta ancora Zhiji - e lui era cosciente, piangeva. Siamo saliti su un'ambulanza che ci ha portato prima al Mauriziano, poi al Regina Margherita". "Vorrei tanto ringraziare le persone che hanno aiutato mio figlio", dice Ling, la mamma di Kelvin, che ieri sera, quando è scoppiato il caos, era al lavoro nel negozio di famiglia, in centro città.
"Siamo in Italia da tantissimo tempo - racconta la donna - e ieri una dei miei quattro figli, Zhiji, ha portato Kelvin a vedere la partita". "Quando abbiamo saputo della cosa - dice tra le lacrime Liu Quinquang, il papà - sono corso in piazza. Ho chiamato mia figlia, ma non rispondeva al telefono. Mezz'ora dopo mi hanno chiamato per dirmi che erano in ospedale". Quinquang ha ricevuto la visita della sindaca, Chiara Appendino, sia ieri notte che stamani. "Se i miei figli vorranno tornare di nuovo in piazza a vedere una partita? No, non li lascerei più andare".
Un ragazzo a torso nudo, con lo zainetto sulle spalle, fermo nel caos di piazza San Carlo, le braccia aperte: c'è questa immagine in un filmato dei concitati momenti di ieri sera nel centro di Torino. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche se secondo quanto appreso non si tratterebbe di quella più accreditata, c'è quella che a scatenare il panico potrebbe essere stato proprio questo giovane, al momento non identificato.
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