
LOCRI. «I mafiosi non hanno senso dell’onore o del coraggio. I loro sicari colpiscono
con viltà persone inermi». Inizia così, con toni duri di condanna, il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro le mafie, tenuto allo stadio di Locri dove oggi ha incontrato i familiari delle vittime innocenti di mafia nell'ambito della XXII Giornata della memoria e dell'impegno organizzata da Libera. Ad accompagnarlo, il ministro dell'Interno, Marco Minniti, e la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.
«Le mafie, non risparmiano nessuno - continua Sergio Mattarella -. Uccidono, certo, chi si oppone ai loro interessi criminali. Ma non esitano a colpire chiunque diventi un ostacolo al raggiungimento dei loro obbiettivi. Che sono denaro, potere, impunità. Per questo motivo, la lotta alle mafie riguarda tutti. Nessuno può dire: non mi interessa. Nessuno può pensare di chiamarsene fuori».
«L'Italia ha fatto passi avanti nella lotta alle mafie ma è necessario non fermarsi - prosegue il capo dello Stato -. Bisogna prosciugare le paludi dell’arbitrio della corruzione, che sono quelle dove la mafia prospera».
Nel corso della cerimonia sono stati letti gli oltre 950 nomi di vittime innocenti delle mafie. Tra questi nomi, c'è anche quello di Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica Sergio, ucciso per mano della mafia a Palermo il 6 gennaio 1980.
«Le mafie sono la negazione dei diritti. Opprimono, spargono paura, minano i legami familiari e sociali, esaltano l’abuso e il privilegio, usano le armi del ricatto e della minaccia, avvelenano la vita economica e le istituzioni civili», ha detto ancora il capo dello Stato. «Vendono la droga, inquinano campi e acqua, contaminano alimenti e medicinali, incendiano boschi, devastano risorse ambientali. Le loro azioni criminali - ha aggiunto - avranno effetti nocivi per generazioni. Riciclano i proventi illeciti in attività legali, falsando la concorrenza e inquinando i mercati. Trasformano in un’occasione di arricchimento ogni più turpe attività: la prostituzione, il traffico di esseri umani e di rifiuti tossici, il gioco d’azzardo, il commercio di armi, della droga e di organi del corpo umano».
Don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera, promotrice della Giornata e dell'incontro con i familiari delle vittime di mafia: «Insieme alle mafie, il male principale del nostro paese resta la corruzione. E corruzione significa che tra criminalità organizzata, criminalità politica e criminalità economica è sempre più difficile distinguere. Ce lo dicono anche quelle inchieste dove i magistrati faticano a individuare la fattispecie del reato. Hanno in mano strumenti giudici istituiti prima che quest’intreccio criminale emergesse con forza. Dobbiamo rompere questo intreccio».
«Le mafie - ha aggiunto don Ciotti - non uccidono solo con la violenza ma vittime sono anche le persone a cui le mafie tolgono la speranza e la dignità. Il lavoro, la scuola, la cultura, i percorsi educativi i servizi sociali, restano il primo antidoto alla peste mafiosa. La nostra Costituzione è il primo dei testi antimafia».
«Uomini e donne delle mafie - conclude - diteci almeno dove avete sepolto le vittime di quei familiari che non hanno avuto neanche la possibilità di piangere sulle loro tombe».
Anche il vescovo di Locri-Gerace Francesco Oliva, nel suo intervento, ha fatto riferimento al Capo dello Stato come familiare di vittima delle mafie. "Le Chiese di Calabria - ha detto il presule - sono vicine a Lei, signor Presidente, e alla sua personale sofferenza per la perdita di suo fratello Piersanti, vittima anch'egli dell'arroganza criminale".
Persone:
4 Commenti
Roberto
19/03/2017 12:56
Oggi importante giorno della memoria in onore delle vittime della mafia rimane il fatto che dai relativi elenchi in cui si riportano i nominativi delle vittime continuano a mancare migliaia di nominativi andati a finire in una sorta di limbo e da cui uscire e' praticamente impossibile.. Per cui il giorno di oggi ha si gran valore ma e' relativo
Salvatore
19/03/2017 15:38
Un giorno sconfiggeremo questa pesta mafiosa... un giorno la Sicilia sarà libera da questi parassiti. A me piace sognare e vedere una Sicilia dove i miei figli possano crescere tra la civiltà, e il lavoro senza emigrare. Un giorno tutto questo si Avvererà....
ugo
20/03/2017 08:17
A proposito della corruzione citata dal nostro Presidente della Repubblica è noto che la corruzione è dappertutto. Nostro malgrado siamo collusi ogni volta che noi, comuni cittadini che non possono detrarci l’IVA, richiediamo dei servizi. Con la scusa di farti lo ” sconto”questi parassiti della società non ti rilasciano fattura, pretendono la somma in contanti e così lavorano in “nero” dichiarando molto meno di quello che guadagnano, in barba all’art. 53 della nostra carta costituzionale che lo Stato dovrebbe far osservare. La colpa non è di chi, con questo sotterfugio, non dichiara queste entrate, ma dello Stato stesso che, convinto degli introiti, sin dal 1972, data dell’introduzione dell’Iva, ha preteso che si pagasse l’Iva anche sui servizi, ben sapendo che qui non c’è trasferimento di beni come in una compravendita e si può tranquillamente evadere. Dobbiamo capire che il corrispettivo di un servizio non è il pagamento della somma pattuita, ma la consegna della ricevuta fiscale; il pagamento ne è la conseguenza. Basterebbe riformulare l’art. tre della suddetta legge, perché lo Stato ha sicuramente incamerato solo i soldi di qualcuno come me che ha preteso la fattura, pagando l’Iva e ricevendo in cambio commiserazione e derisione!
Saro
20/03/2017 09:08
Mattarella ha ragione, non chiamateli boss, ma parassiti nullafacenti che pretendono di campare sulle spalle degli altri. In definitiva, degli incapaci e dei falliti. Altro che boss!