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Fca nel mirino in Usa per le emissioni diesel, Marchionne: non siamo stupidi

NEW YORK. Fca sotto accusa in Usa: l'Agenzia per Protezione ambientale americana si appresta ad accusare l'azienda di aver usato un software per consentire emissioni diesel sopra i limiti. Lo riporta l'Associated Press citando alcune fonti, secondo le quali il software ha consentito di violare le norme sull'inquinamento.

Dopo le indiscrezioni, Fca è affondata a Wall Street. I titoli sono arrivati a perdere il 18,39% a 9,05 dollari per azione. Arriva la replica della società. Fca Us ritiene che "i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili". La società - afferma un comunicato - intende collaborare con la nuova Amministrazione "per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l'Epa e i clienti di Fca Us sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili". Secondo quanto riporta la Cnbc, l'accusa delle autorita' americane a Fca per violazione delle norme sulle emissioni potrebbe costare sanzioni a Fca fino a 4,63 miliardi di dollari.

"Non c'è nulla in comune fra il caso Volkswagen e quello Fca, non siamo stupidi". Lo afferma l'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, nel corso di una conferenza stampa dopo le accuse dell'agenzia per la protezione ambientale americana sulla violazione delle norme sulle emissioni. «Dialoghiamo con l'Epa da più di un anno» mette in evidenza Marchionne. Fca sopravviverà anche se le dovesse essere comminata una multa di 4,6 miliardi di dollari. Lo afferma - riporta l'agenzia Bloomberg -  Marchionne, sottolineando che probabilmente il Dipartimento di Giustizia americano e l'Agenzia per la protezione ambientale hanno lavorato insieme sul caso. Marchionne si definisce molto arrabbiato

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