
MILANO. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è indagato dalla Procura generale milanese in qualità di ex ad ed ex commissario unico di Expo 2015 spa in un'indagine sulla gara d'appalto più rilevante dal punto di vista economico dell'Esposizione Universale. E ha subito deciso di auto-sospendersi dalla carica.
Il sindaco, arrivato questa mattina in Prefettura, ha lasciato la struttura dopo un colloquio di circa mezz'ora con il prefetto della città, Alessandro Marangoni per comunicare formalmente la sua decisione di auto-sospendersi dall'incarico. Il primo cittadino è andato via senza rilasciare dichiarazioni.
Nel pomeriggio potrebbe essere convocata una conferenza stampa a Palazzo Marino sede del Comune. Sala è giunto in auto accompagnato dal suo portavoce, Stefano Gallizzi.
Sarà la vice sindaco di Milano Anna Scavuzzo a sostituire il sindaco della città, Giuseppe Sala che ha deciso di autosospendersi in seguito all'iscrizione nel registro degli indagati nell'inchiesta sui lavori della piastra di Expo 2015.
Anna Scavuzzo, eletta nelle file del Pd alle elezioni comunali di giugno, detiene anche le deleghe a Educazione, Politiche giovanili e Rapporti con le comunità religiose. Classe 1976, ha una laurea in fisica e ha fatto l'insegnante. È cresciuta nell'ambiente scout dell'Agesci e «ha dedicato al servizio educativo una parte importante del suo impegno nel volontariato, in Italia e all'estero», come si legge sul sito
del Comune.
Vive nel quartiere di Lambrate insieme al marito Stefano. Non aveva ruoli nella precedente giunta del sindaco Giuliano Pisapia
ma era solo consigliere comunale della lista Milano Civica per Pisapia, che ha poi abbandonato nel 2013 per aderire al Pd.
"Apprendo da fonti giornalistiche - ha spiegato Sala in una nota - che sarei iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco". All'ex 'numero uno' di Expo, da quanto si è saputo, viene contestata un'ipotesi di falso. Non è soltanto ripartita, dunque, ma ha anche già 'accelerato' l'inchiesta milanese sulla cosiddetta 'Piastra dei servizi'.
Indagine che avrebbe subito uno stop nel 2014 anche a causa dei contrasti al vertice della Procura. La Procura generale, infatti, dopo aver tolto di mano il fascicolo proprio ai pm, esercitando un potere previsto dalle norme, con il sostituto pg Felice Isnardi non solo ha chiesto al gip Lucio Marcantonio di potere andare avanti negli accertamenti per altri 6 mesi ma ha anche iscritto nuovi nomi, rispetto ai cinque già noti, nel registro degli indagati. E tra questi Sala.
Nell'atto, notificato dal giudice ad alcuni legali, il pg spiega che sono necessari ancora una serie di "approfondimenti" e ciò soprattutto alla luce del fatto che si è dovuto procedere a "nuove iscrizioni" e che sono necessarie ancora "audizioni". Le nuove iscrizioni, però, sarebbero state effettuate senza contestuali informazioni di garanzia ai 'nuovi' indagati.
La Procura tempo fa aveva iscritto nel registro degli indagati cinque persone: gli ex manager Expo Angelo Paris e Antonio Acerbo, l'ex presidente della Mantovani spa Piergiorgio Baita e gli imprenditori Ottaviano ed Erasmo Cinque. Già agli atti della 'prima' inchiesta, tra l'altro, figurava anche un'annotazione della Gdf, già emersa anche in un altro procedimento due anni fa, nella quale gli investigatori parlavano di un "contesto di evidente illegalità" in relazione all'appalto per la Piastra.
Gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria scrivevano all'epoca, tra le altre cose, anche che Sala, il responsabile unico all'epoca del procedimento Carlo Chiesa e l'allora general manager Paris non avrebbero tenuto un comportamento "irreprensibile e lineare". Pur "con gradi di responsabilità diversi - chiariva la Gdf - attraverso le loro condotte fattive ed omissive hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente la Mantovani (impresa che vinse l'appalto con un ribasso di oltre il 40%, ndr) per tutelare e garantire, si ritiene, più che la società Expo 2015 Spa il loro personale ruolo all'interno della stessa".
Baita, tra l'altro, in un verbale ha spiegato che "c'era una forte spinta politico-amministrativa per far abbandonare alla Mantovani l'appalto", perché la gara avrebbe dovuto essere vinta dall'associazione temporanea di imprese "a guida Pizzarotti (...) denominata nell'ambiente 'Ati Formigoni' in quanto erano presenti (...) componenti di Comunione Liberazione".
Dopo l'aggiudicazione alla Mantovani col massimo ribasso, poi, Sala, come ha messo a verbale l'ex dg di Infrastrutture Lombarde spa Antonio Rognoni, avrebbe detto al manager che "non avevano tempo per potere" verificare la congruità dei "prezzi che erano stati stabiliti da Mantovani" nel corso dell'esecuzione del contratto con l'inserimento di costi aggiuntivi, e "per verificare se l'offerta era anomala o meno".
L'indagine, con al centro i reati turbativa d'asta e corruzione, era scattata nel 2012 ed era soprattutto finita al centro dello scontro tra l'ormai ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati e l'ex aggiunto Alfredo Robledo, il quale, su decisione del primo, nel 2014 era stato di fatto estromesso dagli interrogatori 'centrali' dell'inchiesta. I pm nei mesi scorsi hanno deciso alla fine di chiedere l'archiviazione del fascicolo ma il gip Andrea Ghinetti, a fine ottobre, non ha accolto la richiesta, ha convocato le parti per la discussione della vicenda per poi decidere se archiviare o chiedere un supplemento di indagine o ordinare l'imputazione coatta. Nel frattempo, tuttavia, è intervenuta la Procura generale che ha avocato il fascicolo a sé e ha ottenuto un mese di tempo per nuove indagini, termine poi scaduto qualche giorno fa. Da qui la richiesta di proroga per indagare ancora.
8 Commenti
Maurizio
16/12/2016 07:49
Sbagliato sospendersi dalla carica di sindaco per essere indagato. Ormai l'Italia non ha più stato di diritto. Ormai perché non celebriamo i processi per strada, anzi su Facebook? Che disastro....
Vincenzo74
16/12/2016 07:57
Qualche altro sindaco che faccia lo stesso ? Un nome a caso!
Pinolo
16/12/2016 08:13
Qualcuno della capitale, magari?
paolo
16/12/2016 10:47
Vedi che la Raggi non è indagata di nulla, questo che hanno arrestato non è del m5s ed è stato arrestato per una cosa di anni fa, la Raggi è sindaco da soli 5 mesi.
Antonio
16/12/2016 09:01
Le norme sui lavori pubblici, per la cosidetta trasparenza, impongono agli enti, una determinata tempistica da rispettare, pena , effetti tragici che vanno dalla perdita del finanziento, alla mancata cantieriabilità dell'opera. Questa tempistica, nella stragrande maggioranza dei casi, si scontra con la faraginosità degli enti e l'impreparazione dei propri dipendenti. Succede pertanto, che talvolta, gli amministratori, trovandosi sotto il fuoco delle opposizioni, difronte alla possibilità di perdere il finanziamento o di non cantierare l'opera, si trovamo nella condizione di dover baipassare procedure talvolta inutili e contro producenti, risultato: denunce, esposti, dimissioni, sospensioni. Con questo non voglio dare giustificazione alcuna per comportamenti siffatti, voglio semplicemente dire, che le norme che giustamente esigono trasparenza, non tengono affato in considerazione, le condizioni di efficienza in cui si trovano gli enti a cui queste norme vengono indirizzate, è anche vero che ci sono amministratori e servi infedeli dello stato, che approfittano di questa precarietà, per curare i propri interessi personali.
barbara
16/12/2016 09:22
Milano è diventata la fotocopia di una città africana
Bertoldo
16/12/2016 09:48
Non è nemmeno un avviso di garanzia, solo un'iscrizione nel registro degli indagati che, a rigore, dovrebbe rimanere coperta da segreto d'ufficio proprio perché non è detto che debbano seguire ulteriori atti d'indagine. Chiunque di noi potrebbe essere iscritto in questo registro, magari perché denunciato da un vicino con cui si hanno avuto contrasti, e non saperlo mai a seguito di archiviazione per manifesta infondatezza della denuncia. Fa male il sindaco Sala, diciamola tutta, ad indulgere verso forme di fanatismo giustizialista che si tenta d'imporre quale forme corrette di comportamento a forza di urla, reali o virtuali. Peraltro in assoluta malafede, se è vero, com'è vero, che chi ci prova ( non faccio nomi, solo acronimi: M5S) poi si tiene cari, anzi fa quadrato, attorno ai propri sindaci, non solo indagati, ma anche avvisati. Un nome per tutti: Nogarin.
PIPITO' ANTONINO
16/12/2016 11:38
Se un politico a qualsiasi livello è indagato deve auto sospendersi in attesa degli sviluppi della vicenda in quanto non è credibile agli occhi dei più quindi ha fatto bene a dimettersi spontaneamente invece di essere costretto a farlo come fu per Marino, la Raggi sino ad ora non mi risulta essere indagata..... capisco che a chi fa della calunnia e della zizzzania il solo modo di far politica ma la Raggi cari signori commentatori della cassa malattia non c'entra nulla che deve dimettersi.... semmai non doveva candidarsi perchè Roma è ingovernabile e sarà sacrificata in ogni caso per le malefatte che in verità sono da attribuire a precedenti governi di destra e sinistra !!!
Bertoldo
16/12/2016 12:34
Guardi che anche lei potrebbe essere indagato senza saperlo. Anche se, ne sono sicuro, non ha mai fatto nulla di male. Se si parte così, semplicemente, si bloccherà un intero Paese in pochissimo tempo.
PIPITO' ANTONINO
16/12/2016 13:14
Bartolo, la ringrazio dell'avvertimento.... affronterò il problema se e quando sarò indagato.
giannino
16/12/2016 14:13
in realtà il Sindaco di Milano è indagato per onesta' ha scelto la ditta che chiedeva di meno mah!!!
honhil
16/12/2016 15:27
Tutti a fare quadrato intorno a Sala. Tutti a farsi in quattro per Sala. Sala invece vuole capire. Anche i milanesi vogliono capire e più ingenerale anche gli italiani. Anche se non è, per nessuno, facile capire: essendo difficile orientarsi in questo quadro ancora molto nebuloso. Una cosa tuttavia appare chiara, anzi no. Insomma, le contestazioni per le quali Sala è indagato sono quelle di cui si parlava prima che si candidasse a sindaco di Milano o sono altre? Perché se non sono altre, allora, sorge almeno un interrogativo. Che poi è sempre lo stesso. Se al posto di Sala ci fosse stato Parisi, la Giustizia sarebbe stata così lumaca o avrebbe accelerato quel tanto che sarebbe bastato per azzopparlo in nome di quella comune ideologia che tratta come nemici da abbattere tutti quelli che stanno sull’altra sponda della politica?