Sono veramente amareggiato, sono un piccolo imprenditore della provincia di Trapani, ho 51 anni, circa trent’anni fa ho iniziato la mia attività, con tanti sogni nel cassetto, oggi mi sento quasi un fallito.
Qualche settimana fa, per mancanza di commesse, ho dovuto licenziare venti dipendenti, venti padri di famiglia e non vedo niente di buono all’orizzonte. Ho diversificato al massimo la mia attività che va dal movimento terra per l’agricoltura, vendemmia meccanizzata, costruzioni di acquedotti, strade, lavori edili, lavori pubblici ecc. ecc., ma ho capito soltanto che non c’è spazio per piccoli imprenditori onesti.
Oggi o sei mafioso e/o hai agganci con la mala-politica oppure non porti commesse di lavoro e utili alla tua azienda. Inoltre l’agricoltura in Sicilia è stata abbandonata a se stessa, mentre con il settore vitivinicolo ed olivicolo che sono miniere d’oro da sfruttare, si potrebbe risolvere il problema crisi e occupazione. In Sicilia ci sono secondo l’ultimo censimento circa 209 mila aziende agricole, con circa 600 mila addetti ai lavori, a rischio di rimanere in mezzo alla strada, a parte tutte le aziende che dipendono da questo settore che sono altri centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio, ma nessuno ne parla, si parla soltanto di rilanciare il polo di Termini Imerese (1.500 dipendenti ) come se fosse l’unico problema o l’unica risoluzione…
Per rilanciare il settore vitivinicolo ad esempio basterebbe poco, basterebbe fare un consorzio tra cantine sociali, un marchio di qualità unico, tipo “Vino Siciliano”, la giusta penetrazione di mercato mondiale, basterebbe copiare il consorzio “Parmigiano Reggiano” ad esempio e il successo sarebbe assicurato. La stessa cosa vale con il nostro olio e tutti gli altri prodotti eccellenti che la Sicilia produce.
Fare sistema, gioco di squadra, con l’aiuto della Regione, Camere di commercio, Università, Istituto della vite e dell’olio, cantine sociali. Ma allora mi chiederà lei perché non si realizza? Semplicemente perché in Sicilia regna il trio delle tre “i”: Ignoranza, Indifferenza, Immobilismo. Per prima cosa le cantine sociali sono indebitate, ma basterebbe ad esempio la buona volontà della Regione o del governo nazionale per fare un decreto aiuta cantine per dare garanzie alle banche che non vogliono assolutamente aiutarci. Esempio: se una cantina ha un debito di qualche milione di euro, basterebbe garantire un prestito di un milione di euro, montare un impianto fotovoltaico che produrrebbe un utile netto annuale di circa 200 mila euro che moltiplicato per 25 anni sarebbe una bella cifra di 5 milioni di euro… Ma purtroppo se oggi una cantina o cooperativa indebitata, con bilanci (a causa della crisi) scarsi, va in banca, anche con progetti sicuri di rientro come il fotovoltaico, perde solo tempo. Invece con la Regione o lo Stato che garantiscono la cosa si realizzerebbe, salvando molti posti di lavoro, e facendo ripartire finalmente il motore dell’ economia.
Per quando riguarda i lavori pubblici invece si assiste a una vera e propria “strage degli innocenti”… L’Ance Sicilia parla solo di abbassamento di numero di gare di appalto circa il 60% in meno, rispetto a qualche anno fa, ma dimentica una cosa molto importante: la percentuale dei ribassi. Oggi infatti si aggiudicano lavori con ribassi che vanno dal 24% al 45 %, significa che una piccola-media impresa non solo ha difficoltà di aggiudicare, ma appena si aggiudica un appalto, facendolo a regola d’ arte sicuramente va in perdita. Poi deve aspettare qualche anno per i pagamenti, mentre fallisce… Negli ultimi giorni assistiamo a piccoli imprenditori disperati che ricorrono al suicidio. Vergogna. Sappiate che invece le imprese che hanno agganci con la mala-politica e con la criminalità organizzata, vanno a gonfie vele, perché fanno riciclaggio di denaro sporco, tangenti ecc. ecc.
Ma tutto questo purtroppo non è solo un problema siciliano ma di tutta la nazione. La prego ci aiuti siamo disperati, anche perché non abbiamo interlocutori, l’unico che ci potrebbe aiutare è il nostro governatore Raffaele Lombardo, ma lui ha altre idee, vuol salvare la Sicilia facendo stipendifici, centri di formazione che non formano nessuno, ma anche se formano mancano le aziende dove farli lavorare, e nominando consulenti e tecnici. Dimenticando la cosa più importante che i motori della nostra economia sono l’agricoltura, la piccola-media impresa, l’artigianato, il commercio, il turismo che si stanno spegnendo o sono quasi spenti.
Faccia avere questo messaggio al premier Mario Monti, ci aiuti in qualunque modo.
Grazie di cuore
GIUSEPPE TAMBURELLO
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