MESSINA. La Guardia di Finanza ha arrestato a Messina due docenti dell'Università accusati di «aver gravemente inquinato» un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l'esito.
L'operazione, ribattezzata «Pacta servanda sunt», è il risultato di indagini durate diversi mesi che hanno messo in luce «un vero e proprio sistema deviato delle procedure concorsuali che regolano l'accesso al mondo accademico». Le ordinanze di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, firmate dal Gip Massimiliano Micali, sono state eseguite nei confronti di un Direttore di Dipartimento dell'Università di Messina, che è anche professore ordinario e di un altro professore ordinario. Altri tre docenti sono indagati.
Secondo i finanzieri «sia la commissione giudicatrice, che il vincitore del concorso, venivano stabiliti a monte dagli arrestati, con la collaborazione dei loro colleghi». Secondo le indagini il piano sarebbe potuto saltare perchè un altro candidato aveva raggiunto un punteggio più alto di quello che secondo i docenti coinvolti dovevo vincere il concorso.
Con la frase «Pacta servanda sunt», i patti vanno rispettati, in un'intercettazione telefonica i due arrestati concordano sulla necessità che il candidato col punteggio più alto debba rispettare i patti, ovvero ritirarsi, dietro la promessa di una sua successiva sistemazione in altra procedura concorsuale per ricercatore.
I NOMI DEI COINVOLTI. I due docenti arrestati sono il direttore del dipartimento di Farmacia dell'Università di Messina Giuseppe Bisignano, 63, e il professore ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica Giuseppe Teti, 61 anni.
Sono accusati a vario titolo di peculato, concussione, abuso d'ufficio e falso. Indagate anche altre cinque persone tra cui l'ex rettore Francesco Tomasello, la sua delegata per comporre la commissione Maria Chiara Aversa, un docente di Camerino Sandro Ripa, uno
professore di Catania Giuseppe Nicoletti, il gestore dell'economato del dipartimento di Farmacia Cesare Grillo.
Tomasello avrebbe favorito con Aversa la formazione della commissione per favorire il figlio di Bisignano. Nicoletti, Ripa e Bisignano avrebbero influenzato la commissione della quale ha fatto parte Teti.
Al concorso si presentarono, oltre al figlio di Bisignano, anche altri concorrenti: uno aveva dei titoli superiori agli altri e i docenti indagati gli avrebbero chiesto di ritirarsi e lui avrebbe acconsentito dopo aver avuto rassicurazioni sulla possibilità di un altro posto per lui e un suo parente.
7 Commenti
Chiudetela (è meglio)
30/09/2013 13:53
Facciamo ridere l'Europa, è una università marcia, inesistente a livello scientifico, stipendificio x inetti raccomandati da politicanti falliti! Chissà cosa dicono nei salotti della Messina da bere?
Questa è cultura...
30/09/2013 14:00
Siete la vergogna della Sicilia: non meritate una sede universitaria! E questi sarebbero professori? andate a casa! In galera e basta, sono reati gravissimi, altro che domiciliari, in cella. VERGOGNA!
Claudio
30/09/2013 17:03
Così andremo a fondo: giovani validi e intelligenti che vanno ad arricchire le nazioni europee, scimuniti e cretini che prendono il loro posto. Che bell'affare che facciamo! Vergogna! 20 anni galera!
Corrado Sansone
30/09/2013 19:09
Ormai con l'ateneo messinese è storia di tutti i giorni. Chiudetelo!!!
rosario
01/10/2013 06:57
Bisogna mandarli ad elemosinare questi prof. e levare loro il titolo. Si sentono i pradoni dell'ateneo.
azz
01/10/2013 08:09
E' ora che dopo tanti anni di intrallazzi familiari e clientelari tutti questi baroni del kaiser vanno condannati all'ergastolo. Se le università non funzionano è per questa cattiva e abusiva gestione di personaggi anche complessati, supportati da una platea di dipendenti legati da vincoli familiari.
Bravi, tutto in "famigghia"...
01/10/2013 11:21
C'è la fila per iscriversi, altro che Oxford e Cambridge, con questo corpo di docenti d'eccellenza...Ecco perchè siamo una nazione fallita: in mano ai "figli di", raccomandati senza alcuna capacità!