
PALERMO. Mafia, estorsioni, frodi fiscali, traffico internazionale di droga, oro e gioielli. Sono questi i settori in cui personalità di alto calibro mafioso hanno investito. Un'operazione congiunta condotta da carabinieri e guardia di finanza nel palermitano ha portato all'arresto di sei persone e un divieto di dimora.
Sono accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata e reati contro la pubblica amministrazione e di frode fiscale. Nell'operazione, che riguarda anche la compravendita di preziosi, sarebbero coinvolti alcuni negozi di compro oro.
I provvedimenti sono scattati per Lorenzo D'Arpa, 58 anni, Paolo Dragna, 64 anni, Pietro Formoso, 69 anni, Francesco La Bua, 68 anni, Pietro Morgano, 70 anni, e Vincenzo Meli, 66 anni.
Nei confronti di Francesco Paolo Migliaccio, un ispettore della polizia di stato in servizio presso il commissariato Porta Nuova di Palermo, il gip del tribunale di Palermo ha imposto il divieto di dimora nel territorio del Comune di Palermo e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Secondo le indagini dei carabinieri del comando provinciale e del nucleo speciale di polizia valutaria e nucleo di polizia economico finanziaria, Pietro Formoso, fratello di due boss coinvolti nella strage di Milano del 1993, avrebbe avuto un ruolo di rilievo nella famiglia mafiosa di Misilmeri, un grosso centro dell'hinterland palermitano.
In particolare Formoso voleva piazzare la carne di una ditta amica nei supermercati di Palermo e provincia, a un prezzo più caro del solito. Nell’operazione di oggi sono stati impegnati circa 100 militari tra carabinieri e finanzieri, con l’ausilio di unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi.
Persone:
6 Commenti
Sergio
09/04/2018 10:02
Un motivo in più per diventare vegetariano.
Giovanni
09/04/2018 11:20
E poi lo fanno con le verdure!!! Qui la gravità è un altra, non l'alimento in se e per se
adolfo
09/04/2018 11:28
E che si risolve ? Ricordiamoci che i produttori di pomodorino di Pachino sono sull'orlo del fallimento e uno di loro si é suicidato perché soffocato dai debiti, mentre il "Pachino" che mangiamo viene importato dall'Africa. Se non si difende la nostra produzione, che avvenire e che speranze abbiamo. E quali garanzie per la sicurezza di ciò che importiamo e quindi per la tutela della nostra salute, sia che si tratti di carne che di tutti ciò che consumiamo ?
Sergio
09/04/2018 14:02
era una battuta....
saro
09/04/2018 10:31
Tipici parassiti falliti.
Carlo52
09/04/2018 11:33
Ma quanti parassiti e mezze tacche di questa categoria può sopportare una Città che già soffre di problemi economici anche irresolubili? Questi individui, senza nessun meriti ne' diritto fanno lievitare il costo della carne per pura avidità... Guardate anche alle età di questi reietti, non avranno mai lavorato ed ora da anziani continuano sullo stesso ritmo.
adolfo
09/04/2018 11:43
Se si continua a fingere che il meridione d'Italia, e non solo, é assediato da un regime di malaffare che ne impedisce lo sviluppo e soffoca ogni civile diritto, non si va da nessuna parte. Bisogna che lo Stato prenda coscienza dello stato d'assedio in cui l'economia versa e del degrado morale che ci soffoca. Una difesa del territorio non può basarsi su sporadici interventi. Occorre difendere il territorio come se si fosse in stato di guerra contro un nemico; altro che fermo di polizia e domiciliari !
Indignato
09/04/2018 12:33
Ma Orlando dov è????
Piero. 51
09/04/2018 15:06
Il radicamento della cultura mafiosa è talmente forte e omertoso da negarne l'esistenza locale e trasferendo l'esistenza del fenomeno mafioso a scaricabarile verso Roma dove a loro dire sono nati tutti i delinquenti mafiosi d'Italia.