Il governo è caduto di nuovo in aula. E al terzo Ko su appena tre votazioni il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha sospeso i lavori. E’ evidente che la situazione è fuori controllo, troppo forti i malesseri per i tagli e il mancato accoglimento delle proposte dei deputati.
Il nuovo ko è stato su una norma tecnica ma molto importante ai fini del bilancio. Il governo aveva accantonato 54 milioni in un fondo che doveva servire a coprire le rate di un primo maxi disavanzo da 1,6 miliardi scoperto dalla Corte dei Conti.
Col voto contrario, l’Ars ha bloccato questo accantonamento mettendo in serie difficoltà il governo. L’assessore Armao, uscendo dall’aula, si è mostrato furioso: “Da irresponsabili chiedere il voto segreto su questa norma”. Il governo ha anche chiesto di conoscere l’esito della votazione per individuare i probabili franchi tiratori.
A questo punto c’è il rischio che il governo debba ricorrere a un nuovo esercizio provvisorio fermando del tutto la Finanziaria. Almeno secondo il Pd è questa la soluzione essendo caduto uno degli articoli più importanti dell’impalcatura della manovra: “Senza questo articolo non si possono accantonare i fondi per risanare i debiti, una cosa espressamente chiesta dalla Corte dei Conti. A questo punto è dovere del governo fermarsi e chiedere la proroga dell’esercizio provvisorio evitando il taglio indiscriminato di svariati capitoli di spesa per settori importanti” ha detto il capogruppo Giuseppe Lupo. Ma Armao si è detto contrario: “Non firmerò mai una proroga dell’esercizio provvisorio”
Governo battuto anche sulla norma simbolo della Finanziaria regionale. E’ stato bocciato l’articolo che avrebbe consentito di provare ad attrarre in Sicilia i pensionati di altri Paesi europei grazie a forti sconti ed esenzioni fiscali.
Era una norma fortemente voluta dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, e che era stata ribattezzata “modello Portogallo” in quanto ricalcava una misura messa in atto con successo dal governo portoghese.
Su tutto ciò la giunta è andata sotto: 35 i voti contrari, che hanno mandato in soffitta l’ambizione di diventare l’oasi dei pensionati.
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