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Reddito di cittadinanza e Quota 100, slitta l'ok. Conte: "Facciamo le cose per bene"

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

"Le ragioni del differimento del reddito di cittadinanza stanno nel fatto che vogliamo fare le cose per bene: non è concessione elettorale ma manifesto di questo governo". Lo ha detto il premier, Giuseppe Conte, agli Stati Generali dei consulenti del lavoro a proposito dello slittamento alla prossima settimana dell'ok al decretone.

"Sin dall’inizio - ha proseguito - abbiamo coniugato il concetto di lavoro stabile al concetto di dignità: senza lavoro ciascuno ha la propria dignità, ma quella sociale non può che prescindere dall’occupazione stabile".

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a 'Porta a porta' aveva detto, ieri, che sul Consiglio dei ministri che deve approvare il decreto con il reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni "è fondamentale non fare errori. Se i tecnici ci dicono 'dateci qualche giorno in più', meglio tre giorni in più che fare tutto di corsa".

Ma l'iter è ancora tutto in salita e ci sono tanti nodi da sciogliere. Reddito di cittadinanza ai disabili, percorso per l'occupabilità degli altri beneficiari del sussidio, raccordo con le Regioni, stranieri che possono accedere alla misura ma anche la pace contributiva e la decisione sul trattamento di fine servizio ai lavoratori pubblici che intendono accedere al pensionamento con Quota 100: sono solo alcuni dei punti del decretone su Reddito di cittadinanza e Quota 100 ancora da definire e la cui approvazione è slittata alla prossima settimana.

E spunta anche una novità: l'ipotesi di concedere uno sconto agli under40 per il riscatto degli anni dell'Università, ancora al vaglio però per i potenziali costi della misura.  Nelle ultime bozze circolata ci sono alcuni aggiustamenti su opzione donna e sulla possibilità di riscattare contributi non obbligatori e sul limite di 60 giorni per la nomina del nuovo presidente dell'Inps, ma diversi restano gli interrogativi su come si articoleranno le varie misure.

Ecco in sintesi i punti più controversi del provvedimento:

REDDITO CITTADINANZA, REGIONI PREOCCUPATE: dalla Conferenza delle Regioni si chiede maggiore coinvolgimento di chi ha la titolarità dei centri per l'impiego, snodo che dovrebbe essere fondamentale con la firma del patto per il lavoro dei beneficiari del Reddito.

POSTO DI LAVORO, RISCHIO CHIMERA: a guardare i risultati del Rei appare molto difficile che si riesca a inserire al lavoro coloro che percepiranno il sussidio sia per il livello di istruzione basso sia per il rischio, a fronte di importi del beneficio più alti rispetto al Rei, di maggiore convenienza al ricorso al lavoro nero (resta basso il rischio di essere sottoposti a controlli). La misura peraltro penalizza le famiglie numerose nel quale un solo componente lavora, sono povere ma non percepiranno nulla se il reddito familiare supera i 12.600 euro annui.

REDDITO A DISABILI: il vicepremier Di Maio ha quantificato in 260.000 i disabili che potrebbero accedere al programma del reddito. Se si guarda agli invalidi civili le prestazioni di "sola pensione" con un importo medio di 290 euro al mese sono 549.000 mentre quelli che hanno solo l'indennità di accompagno (slegata dai redditi) sono 1,7 milioni e 382.000 i casi in cui si cumulano pensione e indennità. Probabilmente si guarderà a coloro che hanno i redditi più bassi.

PACE CONTRIBUTIVA: chi non ha contributi versati prima del 1996 (ed è quindi interamente nel sistema contributivo) può riscattare i contributi non versati in periodi non soggetti a obbligo contributivo per un periodo fino a cinque anni. Fino ai 40 anni di età, ultima norma allo studio, si potrebbe richiedere il riscatto della laure, versando un contributo "minimo" che però è utile per maturare gli anni necessari alla pensione.

LIQUIDAZIONE STATALI, RINVIO FINO A ETA' DI VECCHIAIA: i dipendenti pubblici che decideranno di andare in pensione con quota 100 (quindi al minimo a 62 anni) dovranno aspettare fino all'età di vecchiaia (67 da quest'anno ma crescerà con l'aspettativa di vita) per incassare il trattamento di fine servizio. Nei primi testi era prevista la firma di convenzioni con le banche per l'erogazione anticipata dell'indennità ma nell'ultima bozza si legge che l'anticipo deve essere "senza oneri a carico della finanza pubblica". La ministra Bongiorno ha detto però che una parte degli interessi per l'anticipo sarà a carico dello Stato e si sta ancora discutendo su quale percentuale.

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