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Psicologa, per la depressione post-partum vigilare su ogni donna

Vigilare su ogni donna. E' questo il consiglio che arriva dalla psicologa e psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell'Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap), dopo il caso della donna di 26 anni che a Catania ha ucciso il figlioletto di tre mesi gettandolo a terra. La depressione post partum infatti, avverte l'esperta, "non viene riconosciuta ed è troppo spesso negata sia dalle neo mamme sia dalla famiglia, che invece deve assolutamente vigilare su ogni donna dopo il parto e non banalizzare mai anche quello che può apparire come un periodo di tristezza. Dietro può esserci qualcosa di più profondo che potrebbe esplodere".

In Italia ogni anno 100 mila donne sono colpite dalla depressione post-partum: "Oltre il 70% delle madri, nei giorni immediatamente successivi al parto, manifesta sintomi leggeri di depressione in una forma definita baby blues, con riferimento allo stato di malinconia (blues) che caratterizza il fenomeno - spiega Vinciguerra -. Ben più gravi e duraturi sono i sintomi della depressione post-partum vera e propria, che possono perdurare anche molti mesi". I sintomi possono includere un forte abbassamento dell'umore con una tristezza intensa e costante, disperazione, sensazione di stanchezza estrema, perdita di interesse per il bambino appena nato o preoccupazioni ingiustificate per il benessere del neonato, difficoltà di concentrazione, facile irritabilità con aggressività, incapacità a far fronte alle necessità elementari. Questi sintomi, aggiunge l'esperta, "sono spesso accompagnati da cefalee persistenti, palpitazioni, insonnia, incubi notturni e attacchi di panico".

Secondo la psicoterapeuta, "nei casi più gravi di depressione post-partum la donna può subire uno scivolamento psicotico e la depressione si trasforma in psicosi post-partum. Questa è la forma più grave di depressione e richiede misure mediche tempestive. I sintomi comprendono stati di agitazione, confusione, paranoia, allucinazioni, tendenze suicide o omicide nei confronti del bambino". Ma quali sono le cause? Diversi possono essere i fattori che contribuiscono all'insorgere di questo disturbo: "problemi ormonali, età della mamma e variabili psico-sociali. E' più a rischio - spiega Vinciguerra - una donna giovane, single, con gravidanza non desiderata o inaspettata, con problemi di relazione coniugale, con inadeguato supporto sociale e con precedenti aborti. Ovviamente una donna che ha già sofferto di depressione è molto a rischio".

Ma delle cure sono possibili, conclude Vinciguerra: "Possono consistere nella psicoterapia e nella partecipazione a terapie di gruppo con donne che manifestano la stessa sintomatologia e nell'assunzione di ansiolitici e antidepressivi sotto controllo medico e sospendendo l'eventuale allattamento. E' comunque consigliabile per tutte le neo mamme frequentare dei corsi post-partum".
   

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