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Holodomor, la strage dimenticata degli ucraini

"La fame continua a menar strage così imponente fra la popolazione, che resta del tutto inspiegabile come il Mondo rimanga indifferente di fronte a simile catastrofe...": già nel 1933 il console italiano a Kharkov Sergio Gradenigo si chiedeva il perché della mancata reazione dell'Occidente di fronte all'atrocità dell'Holodomor, il criminale programma di politica agraria messo in atto in Ucraina da Stalin che, privando la popolazione delle più basilari forme di sussistenza, provocò la morte di circa 10 milioni di persone.
    Eppure, nonostante le testimonianze raccontino di corpi scheletrici, città decimate e immense fosse comuni, il terribile genocidio del popolo ucraino per inedia - l'Holodomor, avvenuto tra il 1932 e il 1933, significa letteralmente "morte per fame" - ancora oggi difficilmente trova posto sui libri di storia e negli anni è colpevolmente scivolato nell'oblio: a ricordarlo e permetterne la conoscenza il 22 e il 23 novembre a Roma una grande iniziativa culturale in programma tra il cinema Farnese e la Biblioteca Angelica promossa dall'Ambasciata d'Ucraina in Italia e dall'Ambasciatore Yevhen Perelygin. Attraverso un'epica storia d'amore, il film di George Mendeluk "Raccolto amaro", una distribuzione per l'Italia Pier Francesco Aiello per P.F.A. Films, racconterà l'Holodomor con la forza delle immagini: al centro del film, proiettato in anteprima nazionale il 22 novembre (ore 20.30 al Cinema Farnese) una giovane coppia che si trova a vivere sulla propria pelle le devastazioni provocate dalla politica genocida di Stalin nei confronti dell'Ucraina negli anni '30.
    Ricca di eventi la giornata del 23: alla Biblioteca Angelica saranno esposte in anteprima le quattro opere della mostra O.O.M. Out Of Memory, realizzate per l'occasione da Alessio Ancillai, Evita Andújar, Simone Haug e Andrea Pinchi sul tema dell'Holodomor. Se nell'installazione site specific di Haug la riflessione su questa drammatica pagina di storia passa attraverso dei sacchi di grano vuoti disposti nello spazio come "in un campo di battaglia" a simboleggiare la morte per inedia, in Overnight Writing di Ancillai, che ha ascoltato dalla madre le vicissitudini dei bisnonni di Odessa scappati in seguito all'insediamento staliniano, appaiono stratificazioni di olii di colore nero e rosso su una tela di lino da cui fuoriescono dei fili liberi, intesi come tracce della tragedia ucraina. Una denuncia simbolica è l'opera Nuda Veritas di Pinchi che presenta otto croci e otto cuori sovrapposti, su uno sfondo che sfuma dai toni del bianco al nero catrame; l'artista Andùjar si ispira invece alla scultura in bronzo di Petro Drozdovsky per il Memoriale per le vittime dell'Holodomor a Kiev e propone al pubblico un dittico di grande impatto emotivo incentrato sulla raffigurazione della donna. La mostra, curata da Cristina Meregaglia, sarà allestita dal 24 novembre al 2 dicembre nello spazio espositivo T24 a Santa Maria in Campitelli. Sempre il 23, nel Salone del Vanvitelli della Biblioteca Angelica (ore 10.30-14.30), l'Holodomor sarà raccontato e spiegato in un convegno moderato da Simonetta Guidotti a cui parteciperanno Ettore Cinnella, scrittore e storico, autore del volume "1932-1933 Ucraina. Il genocidio dimenticato", Federigo Argentieri della John Cabot University di Roma, Giovanni Sasso e Giuseppina Palazzo della Società Filosofica Italiana e il giornalista Maurizio Caprara. (ANSA).
   

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