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Da oncochip universale la carta di identità dei tumori

L'oncochip universale, che ha già iniziato il suo percorso di validazione con i primi test di laboratorio, è un piccolo dispositivo diagnostico che analizza il Dna presente nel sangue del paziente e lo confronta con quello estratto dalla biopsia del tumore. "I risultati, prodotti in un paio di giorni, permettono di definire la carta d'identità del tumore, identificando i suoi punti deboli che possono diventare bersagli terapeutici", spiega de Maria. "Se questo dispositivo venisse impiegato di routine su larga scala nei pazienti oncologici, potremmo usare le terapie in modo più mirato, ma non solo: potremmo scoprire più facilmente se i pazienti hanno familiari a rischio che possono beneficiare di un programma di prevenzione". Ad oggi si stima che in Italia mezzo milione di persone abbiano una forte predisposizione genetica al cancro, ma il 60% di loro ne è all'oscuro. "Con l'oncochip - sottolinea de Maria - potremmo far riemergere questo sommerso, con costi paragonabili a quelli degli attuali test diagnostici".

Per avviare la sperimentazione clinica, però c'è ancora un intoppo da superare. "Finora abbiamo lavorato con poche risorse - ricorda il presidente di Acc - ma esiste un finanziamento di 6,4 milioni di euro che era stato approvato dal ministero della Salute più di un anno fa per il nuovo oncochip e che purtroppo si è arenato per una questione burocratica: confidiamo che la situazione si possa risolvere al più presto, vista la grande sensibilità che il ministero ci ha sempre mostrato, consapevole dell'impatto che la nostra ricerca potrà avere sulla salute".

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