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Gay o etero, si riaccende il dibattito sul ruolo del Dna

Si riapre il dibattito sul possibile legame fra l'omosessualità e il Dna, riacceso dalla scoperta di quattro varianti genetiche legate alla preferenza per partner dello stesso sesso. Pubblicata sulla rivista Psychological Medicine, la ricerca è stata coordinata dall'italiano Andrea Ganna, dell'università di Harvard e del Broad Institute, la ricerca è tra le più vaste su questo tema. 

 I ricercatori hanno esaminato centinaia di migliaia di dati genetici e comportamentali raccolti da grande banche di dati genetici, come la britannica Uk Biobank e l'azienda privata americana 23andMe. I dati esaminati riguardano oltre 450.000 individui che riferivano di avere relazioni esclusivamente eterosessuali e oltre 26.000 che avevano avuto almeno un'esperienza omosessuale. Dal confronto dei dati genetici è emerso che alcune varianti genetiche localizzate sui quattro cromosomi 7, 11, 12 e 15 erano più comuni tra gli individui omosessuali. E' emerso inoltre che le stesse varianti sono legate a disturbi dell'umore, come depressione e schizofrenia.

 "Ciò non significa - ha detto Ganna - che queste varianti siano la causa di queste malattie. Piuttosto potrebbe dipendere dal fatto che chi non ha relazioni solo eterosessuali è più soggetto a discriminazioni, e quindi più a rischio di depressione". Il ricercatore precisa però che "non c'è il 'gene gay'. Piuttosto direi che la non eterosessualità è influenzata in piccola parte dalla genetica".

I risultati, presentati anche nella Società Americana di Genetica Umana, hanno suscitato le critiche di molti genetisti, che invitano alla cautela. Per il genetista Emiliano Giardina, dell'università Roma Tor Vergata, "dal punto di vista scientifico il comportamento umano è molto difficile da valutare, non è una malattia, così come non lo è l'orientamento sessuale. Lo studio ha delle premesse sbagliate. Vuole infatti trovare una correlazione tra il Dna, che è presente alla nascita, e l'omosessualità, che invece è una scelta libera che si sviluppa dopo in base alle relazioni". Bisogna stare attenti a questo tipo di studi, ha concluso Giardina, "perchè vogliono dimostrare che l'uomo è solo il prodotto dei suoi geni. Così si torna indietro".

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