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Con il Fai alla riscoperta di Celleno

CELLENO (VITERBO )  Il borgo fantasma. La città perduta.
    Il paese abbandonato. È l'antico abitato di Celleno (VT), uno dei più bei biorghi fortificati della Tuscia, tra i gioielli da riscoprire con le Giornate Fai d'autunno del 13 e 14 ottobre. Arroccato su una rupe tufacea e immerso in un silenzio senza tempo che racconta la storia di una terra segnata da frane, terremoti e pestilenze, Celleno vecchio conserva ancora intatto l'imponente castello Orsini, al quale si accede dalla scenografica via del Ponte, fino alla piazza principale, la porta Vecchia e la piazza del Mercato. Salendo per la stradina e la scalinata, girando attorno al fossato, ecco l'imponente muratura a scarpa di rinforzo della fortezza e la torre Piccola, con la spettacolare duplice arcata del ponte levatoio. "Camminando tra il castello e le rovine - racconta il sindaco Marco Bianchi - ci si immerge lentamente in una dimensione unica, fuori dal tempo. Il borgo fantasma è circondato da una valle rimasta integra dai tempi dei suoi primi abitanti, che degrada verso il Tevere".
    L'antico abitato, come era d'uso nel Medioevo, è fatti di strette vie in tufo rossiccio e piccole case prive d'intonaco, tra il basalto della vicina Bagnoregio e i mattoni prodotti nelle fornaci locali. Il trascorrere dei secoli, con l'erosione della rupe e i terremoti tra il 1600 ed il 1700, hanno devastato gran parte del centro abitato, tanto che nel 1951 il presidente della Repubblica Luigi Einaudi ordinò lo sgombero degli abitanti e l'abbattimento delle strutture lesionate.
    Visite guidate dalle 10 alle 17, a cura della delegazione Fai Viterbo e del gruppo Fai giovani Viterbo, con studenti a far da ciceroni. (ANSA).
   

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