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Il "Milleproroghe" diventa legge: approvato al Senato con 151 voti favorevoli

Il Milleproroghe è legge. Il decreto è stato convertito e approvato dal Senato (151 sì, 93 no e due astensioni) senza gli emendamenti richiesti dalle opposizioni e con un crescendo di tensioni che ha coinvolto anche il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, in un acceso botta e risposta sul voto segreto chiesto dal Pd ma dichiarato inammissibile.

Dopo la pausa, l’aula si è riscaldata di nuovo per una battuta dei 5 Stelle su Matteo Renzi che non è piaciuta ai Dem ("Si palesa in aula per deliziarci con i suoi comizi, in piazza rischierebbe la pelle") definita «un incitamento al linciaggio pubblico» per l’ex premier ora «senatore semplice».  Brevi scintille nel cammino di un provvedimento passato velocemente in Parlamento ("con molta fretta e mille pasticci», è la versione delle opposizioni.

"Molto rumore per nulla" ribatte la maggioranza commentando le proteste), reduce delle modifiche apportate alla Camera e attaccato soprattutto sui vaccini. In particolare, la nuova legge mantiene l’obbligo delle autocertificazioni per i bambini che si iscrivono a scuola e che i genitori devono presentare entro il 10 marzo 2019; blocca 1,6 milioni di fondi per le periferie tra le proteste dei sindaci, con l’Anci che sospende le relazioni istituzionali con il governo; avvia la prima tranche di rimborsi per i risparmiatori vittime delle crisi bancarie.  Tanti annunci e parecchi rinvii è lo slogan di Fratelli d’Italia che «sperava in qualcosa di più».

Al coro si unisce il resto delle opposizioni che, dopo le proteste e le occupazioni dei giorni scorsi, attacca il testo come un mix di confusione, incertezze, rischi per la salute dei bambini. Ed è su questo tema che si accende lo scontro al Senato. Succede quando il capogruppo del Pd Andrea Marcucci chiede il voto segreto sull'articolo 6 del decreto e incassa il no della presidenza.

"Lei vuole impedire che i singoli parlamentari abbiano il diritto di guardare dentro la loro coscienza e anche di non poter rispettare le vergognose indicazioni che i loro partiti gli stanno dando", sbotta Marcucci. Ma la presidente non ci sta:
"Non lo posso accettare», ribatte. E continua: "Non capisco perché il voto segreto tutela la salute dei bambini e perché
pubblicamente non si possa esprimere un’opinione libera di chi intende tutelare la salute dei bambini". Dopo pranzo i due si
incrociano sotto Palazzo Madama e si stringono la mano. "Noi risolviamo sempre», spiega Casellati. Anche se subito dopo in una nota dell’ufficio stampa di Palazzo Madama si precisa come l'inammissibilità sia stata decisa in punta di Regolamento.

"Porrò il tema nella prossima capigruppo», non si rassegna Marcucci. Ed è sempre lui che rianima l’aula con un intervento
stavolta a difesa di Renzi. Il capogruppo Dem attacca il "ringraziamento ironico» di Alessandra Maiorino (M5S) rivolto
all’ex premier, apparso in aula per la dichiarazione di voto. "Mi scuso se qualcuno si è sentito offeso», si smarca la senatrice. «Questa è violenza», urla Marcucci, «un incitamento al linciaggio». Intanto però il Milleproroghe passa e diventa legge.

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