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Si ritira Francesca Schiavone, la "Leonessa" del tennis italiano

Era solo questione di tempo, e questo lo sapevano tutti già da un pò, ma sentirlo, per chi ama il tennis, fa sempre male. E non poco. Francesca Schiavone se ne va, si ritira,  a 38 anni dice addio al tennis. E lo fa nel modo più semplice possibile: lontana dall'Italia, che ultimamente non l'ha trattata come forse lei avrebbe meritato, in una conferenza stampa a New York, dove ha tanti bei ricordi. Negli Stati Uniti, tra l'altro, sembra che la "Leonessa" voglia mettere radici, visto che passa tanto, tantissimo tempo a Miami.

Lascia lo sport agonistico la più grande giocatrice della storia del tennis italiano (La Pennetta forse non si offenderà), quella con il ranking più alto (numero 4 del mondo nel 2011), la prima a vincere uno slam, a Parigi nel 2010, con una finale bissata nel 2011, più otto tornei Wta, l'ultimo, a 37 anni, a Bogotà. Nel palmares anche tre Fed Cup: è stata una delle quattro, inarrivabili campionesse azzurre, con Pennetta, Vinci ed Errani, un quartetto che probabilmente il tennis italiano non vedrà mai più,

"Dico addio al tennis con il mio cuore. È ora, adesso lo sento. Avevo due sogni nella mia carriera: vincere il Roland Garros e diventare una top 10. Ce l’ho fatta, e sono incredibilmente felice. Adesso mi si aprono nuove sfide nella mia carriera. Sto già allenando, da qualche mese: è molto diverso, ma molto stimolante vedere come tanti ragazzi e ragazze vogliono imparare - ha detto la Leonessa, trattenendo a stento le lacrime - Voglio salutare tutti,  la mia famiglia, mia mamma, mio papà, chi mi è stato accanto. Quando ero giovane era tutto velocissimo, adesso quando vedo qualcuno che mi ferma e mi ringrazia, per me è qualcosa di straordinario”.

Straordinario come quello che la Schiavone è riuscita a fare: una classe che negli ultimi quindici anni ha avuto pochi eguali, nella Wta, in un tennis diventato a poco a poco più fisico, ma con lei certi discorsi  passavano in secondo piano, quando si aveva a che fare con il suo tocco di palla, con il suo rovescio da urlo, con il suo gioco a rete fantasioso e imprevedibile. Come lo era in sala stampa, quando a volte si metteva a pensare a voce alta, più che a rispondere alla domande. Mancherà, la Leonessa, mancherà a tutti. Anche perchè, con tutto il rispetto per le giocatrici italiane d'oggi, un braccio e un carettere come il suo, chissà quando li rivedremo.

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