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Terremoti, da oggi i tweet in automatico

Le segnalazioni dei terremoti in tempo reale, con i tweet di @INGVterremoti, che in tempo reale forniscono le indicazioni preliminari relative a magnitudo e localizzazione, i cui dati sono calcolati in modo automatico dal software della Sala di Sorveglianza Sismica di Roma. L'iniziativa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e attiva dal 4 settembre, adotta un modo nuovo di comunicare le informazioni sui terremoti.

I tweet segnalano i terremoti di magnitudo superiore a 3 e partono a pochi minuti dall'evento soltanto "quando i parametri di qualità indicheranno che le informazioni preliminari saranno sufficientemente affidabili", rilva l'Ingv. “La localizzazione e la magnitudo automatiche sono calcolate dal software senza intervento umano e sono dunque soggette alle incertezze delle coordinate ipocentrali e della magnitudo insite al sistema di calcolo", spiega Emanuele Casarotti, dell'Ingv-

Finora l'Ingv ha comunicato solo la localizzazione dopo la revisione dei calcoli da parte dei sismologi di turno nella Sala di Sorveglianza Sismica, operazione che richiede fino a 30 minuti di elaborazione, in media circa 10-12 minuti dal terremoto. 

L'Ingv rileva che "a rapidità dell’informazione può andare a scapito della sua accuratezza e qualche imprecisione nella comunicazione dei dati preliminari sarà quindi possibile". Per questo motivo, precisa, "magnitudo ed epicentro saranno comunicati inizialmente senza indicare valori specifici, ma fornendo un intervallo di valori per la magnitudo, mentre per quanto riguarda l'epicentro verrà indicata inizialmente la provincia dove questo ricade (o la zona se in mare o al di là dei confini nazionali)".

Il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni, osserva che “nella Sala di Sorveglianza Sismica dell’Ingv di Roma arrivano in tempo reale i segnali, vale a dire i sismogrammi, delle quasi 400 stazioni della Rete Sismica Nazionale e di altre reti che a essa contribuiscono. I segnali sono tutti digitali e gestiti da software dedicati. Quando un determinato numero minimo di stazioni registra un terremoto, i sistemi informatici utilizzati associano i segnali tra di loro e tentano di calcolare la localizzazione ipocentrale e di determinare la magnitudo”. Nel corso di questa operazione, che può richiedere 1 o 2 minuti di tempo, viene valutata anche la bontà della determinazione con dei parametri qualitativi.

“A questo punto”, prosegue Casarotti, “i sismologi iniziano la revisione della localizzazione e della magnitudo: analizzano i singoli segnali, verificano che i software abbiano funzionato correttamente nell’identificare l’arrivo delle onde P e delle onde S e nel calcolare le ampiezze massime. Al termine della revisione, viene ricalcolata la posizione ipocentrale (latitudine, longitudine, profondità) e stimata nuovamente la magnitudo. A seconda della magnitudo del terremoto, e quindi del numero di stazioni sismiche che lo hanno registrato, e delle complessità geologiche della regione colpita, possono essere necessari fino a 30 minuti per completare la revisione”.

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