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Forme sensibili, l'arte senza barriere

ANCONA - La scultura nel suo essere spazio dimensionale, materico, sperimentale, nelle forme e nelle suggestioni, nelle poetiche e nelle visioni, per comunicare la bellezza dell'arte anche a chi non può vederla con gli occhi: è la mostra "Forme sensibili", allestita fino al 16 settembre al Museo Omero di Ancona, uno dei pochi musei tattili al mondo, che accoglie le opere di cinque scultori marchigiani, Paolo Annibali, Egidio Del Bianco, Giuliano Giuliani, Rocco Natale e Valerio Valeri. A cura di Nunzio Giustozzi, l'esposizione evidenzia attraverso i 40 lavori esposti la riflessione degli artisti protagonisti, impegnati a indagare il punto di incontro tra astrazione e figurazione per restituire la realtà con l'utilizzo costante di materiali sempre diversi, dall'argilla dipinta al legno, dal travertino ai metalli, ma anche carte, stoffe, spaghi. Le opere presenti nel percorso costruiscono un dialogo originale con la collezione permanente di un museo che, con il suo approccio multisensoriale, ha come vocazione l'idea di togliere ogni barriera alla fruizione dell'arte, rendendola accessibile a tutti, anche ai non vedenti e agli ipovedenti. Chi visiterà la mostra, inaugurata lo scorso 7 luglio, scoprirà come i cinque scultori possono interagire con le copie dal vero di alcuni fra i più grandi capolavori scultorei della storia, dal Discobolo di Mirone alla Nike di Samotracia, dal Poseidone alla Venere di Milo, dalla Pietà vaticana alla Pietà Rondanini, con i modelli di opere architettoniche quali il Partenone, il Duomo di Firenze, San Pietro in Vaticano con le opere di grandi maestri presenti nella sezione d'arte moderna e contemporanea del museo.
    Se Annibali sceglie la tradizione come strumento per rinnovare la scultura partendo dalla rappresentazione della figura umana, Del Bianco realizza le proprie opere da maquettes tridimensionali a cui unisce il disegno progettuale mentre Giuliani sfida la durezza della pietra riuscendo a piegarla e a ridurla in diafani veli. Infine Natali e Valeri: il primo artista sorprende lo sguardo con invenzioni plastiche di spiccata ironia, il secondo invece, ricollegandosi alle esperienze di Fausto Melotti, ricerca il movimento e cattura la luce attraverso la manipolazione di ferro e metalli. Il Museo Omero offre la possibilità, su prenotazione, di partecipare a visite guidate e a laboratori dedicati alle famiglie.
   

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