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Ondata di caldo record in Giappone, sale a 65 il bilancio dei morti

Caldo record in Giappone

Oltre 22.600 persone sono state ricoverate in ospedale in Giappone a causa dell'ondata di caldo che, dalla scorsa settimana, ha colpito l'arcipelago: è il numero più alto degli ultimi 10 anni, dall'inizio delle statistiche.

Secondo i dati preliminari del governo 65 persone sono morte per sintomi associati a colpi di calore in 28 diverse prefetture, inclusa Hiroshima. Delle 22.647 persone che hanno dovuto fare ricorso alle cure ospedaliere, circa 2.000 sono state registrate a Tokyo.

Il caldo record seguito alle piogge torrenziali delle scorse settimane ha ucciso ancora in Giappone, dove temperature oltre i 40 gradi associate ad un'umidità soffocante hanno causato finora la morte di oltre 60 persone e costretto al ricovero in ospedale migliaia di altre.

A Kumagaya, a nord di Tokyo, il termometro ha raggiunto per la prima volta i 41,1 gradi, il livello più alto mai registrato dall'Agenzia meteorologica nazionale. Sono gli anziani a soffrire di più; nella sola giornata di sabato 11 persone sono morte per problemi legati alle temperature eccessive e la capitale ha dovuto impiegare un numero record di ambulanze, oltre 3.000, per rispondere alle innumerevoli chiamate di soccorso. La situazione non è prevista in miglioramento, almeno fino all'inizio di agosto. L'Agenzia meteorologica nazionale ha diffuso un'allerta meteo in 39 delle 47 prefetture dell'arcipelago.

Intanto l'Agenzia nazionale di polizia ha comunicato il bilancio dei morti causati dalle piogge torrenziali e dagli smottamenti avvenuti nel Giappone occidentale: 224 vittime in 15 prefetture, 112 delle quali nella sola provincia di Hiroshima. Fino a sabato scorso 4.400 persone vivevano ancora nei centri di accoglienza. La conta dei danni al settore agricolo e alla pesca provocati dalle piogge torrenziali e dal tifone Prapiroon che le hanno precedute, ha raggiunto l'equivalente di 920 milioni di euro, molto di più dei 77 milioni stimati fino a poche settimane fa.

Si continua a boccheggiare, intanto, anche in Scandinavia, con Oslo ancora oltre i 30 gradi. È la seconda ondata di calore della stagione, una circostanza del tutto eccezionale per cui i Paesi del nord Europa non erano attrezzati, privi anche di condizionatori. E anche qui si contano diverse vittime, soprattutto anziani.

Superati i 30 gradi anche oltre il circolo polare artico nei giorni scorsi, a preoccuparsi è soprattutto la Gran Bretagna. Il Met Office, l'ufficio meteorologico nazionale, ha diramato da oggi e fino a venerdì un'allerta arancione, la seconda sulla scala dei possibili pericoli, indicando massime oltre i 30 gradi (a Londra si tocca quota 32) e minime notturne superiori ai 15 un po' in tutta l'Inghilterra centro-meridionale. Si tratta di livelli inusuali per il Regno, anche nel pieno della stagione estiva, accompagnati qua e là da afa e con rischi per la salute tali da indurre le autorità ad invitare la popolazione, specialmente le persone più fragili, a non esporsi troppo al sole e a restare possibilmente in casa. Un'estate, insomma, destinata a farsi ricordare, causa - ribadiscono gli esperti - l'effetto serra opera dell'uomo e i cambiamenti climatici che ne conseguono.

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