Il Belgio si consola. La squadra del ct Martinez ha cercato di smaltire la delusione per la sconfitta in semifinale contro la Francia battendo l’Inghilterra nella finalina di San Pietroburgo e conquistando così il terzo posto mondiale. Per il Belgio è il miglior risultato di sempre, che migliora la quarta posizione di Messico 1986, quando Gerets e compagni si arresero al genio di Maradona in semifinale e poi alla Francia di Platini nella sfida per il gradino più basso del podio.
Questa volta almeno la medaglia di bronzo è arrivata, assieme al record eguagliato grazie alla rete con cui Meunier, al 4' e a conclusione di una bella azione, ha portato i suoi in vantaggio sfruttando al meglio l’assist di Chadli. L’esterno del Psg è stato il decimo giocatore diverso del Belgio ad andare a segno in questo Mondiale: finora il primato dei dieci diversi marcatori in uno stesso mondiale apparteneva all’Italia di Lippi che trionfò nel 2006 e alla Francia del 1982. Prima di Meunier in Russia avevano segnato con la maglia a rombi belga Lukaku, Mertens, Hazard, Batshuayi, Januzaj, Vertonghen, Fellaini, Chadli e De Bruyne. Fra questi nomi spicca quello di Lukaku, che nel duello di oggi con Kane è rimasto a secco (idem l’inglese) abbandonando il sogno di diventare capocannoniere di questo torneo.
Per larghi tratti della sfida di oggi quella con gli inglesi è sembrata un’amichevole, in cui la squadra di Southgate non è mai sembrata convinta di potercela fare. La superiorità tecnica del Belgio è apparsa chiara, anche se nel secondo tempo il team dei tre leoni ha imbastito qualche manovra pericolosa e ha tentato di sfruttare una delle sue armi migliori, le palle inattive. Un autentico brivido per i tanto tifosi dei rossi presenti oggi a san Pietroburgo è stato quello del 24' st, quando Alderweireld ha salvato sulla linea su conclusione di Rose. Poi Eden Hazard ha ripreso a dettar legge, trasformando dopo micidiale ripartenza l’assist di De Bruyne per il 2-0. Alla fine il numero 10 e capitano del Belgio è stato premiato come 'man of the match’ma avrà ancora masticato amaro pensando a quanto poteva essere. Per la "golden generation" del Belgio l'appuntamento è ora rimandato a Euro 2020: fa ancora in tempo a vincere qualcosa, avversari permettendo.
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