Il Consiglio dei ministri presieduto da Giuseppe Conte ha impugnato una ventina di norme della legge Finanziaria varata dall’Ars lo scorso aprile. Tra le norme bocciate da Roma quella che consentiva una serie di assunzioni nelle società partecipate, a partire dalla stabilizzazione del bacino dei circa 3 mila Pip.
Stop anche alle promozioni interne e alle norme sui prepensionamenti dei regionali. Secondo il governo nazionale, queste norme sarebbero in contrasto con leggi nazionali. Impugnati anche i contributi a pioggia erogati tramite la revisione dei fondi del Patto di azione e coesione (Pac). Dopo l’impugnativa, il M5s chiede le dimissioni dell’assessore all’Economia Gaetano Armao.
«Eccolo qua il capolavoro firmato Musumeci-Armao. Quando dicevamo in commissione e in aula che la finanziaria era infarcita di errori macroscopici che sarebbero certamente stati impugnati, lo dicevamo a ragion veduta. Se questi sono gli esperti della politica, gli stessi cioè che in un recente passato hanno creato i disastri che ben conosciamo, allora la Sicilia è condannata, nero su bianco. Parola di Consiglio dei Ministri», affermano la capogruppo del M5s all’Ars Valentina Zafarana e il vice presidente dell’Assemblea Giancarlo Cancelleri, componente della commissione Bilancio. «Qualche ora fa - spiegano i due deputati - abbiamo letto basiti le dichiarazioni di Armao sul fatto che il Consiglio avrebbe impugnato le manovre volute dai deputati».
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