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Zika più rischioso del previsto, aborti in 1 gravidanza su 4 in studio su macachi

 I casi di aborti o morte in utero causati dal virus Zika potrebbero essere più frequenti di quanto non si ritenga. Questo evento si verifica infatti in una gravidanza su 4, secondo una nuova ricerca pubblicata su Nature Medicine e condotta su macachi infettati.

    Il virus Zika, per il quale non sono finora disponibili trattamenti autorizzati o vaccini, si trasmette agli esseri umani attraverso il pizzico di zanzara Aedes aegypti e anche sessualmente. Come noto, se trasmesso al feto da una donna incinta infetta, può causare una serie di difetti congeniti alla nascita. Una ricerca recentemente pubblicata sul New England Journal of Medicine aveva mostrato un tasso di aborto spontaneo del 5,8% e un tasso di natimortalità dell'1,8% in una coorte di donne in gravidanza nella Guyana francese, Guadalupe o Martinica. Tuttavia, secondo gli autori della nuova analisi tali percentuali potrebbero essere sottostimate: lo studio includeva, infatti solo donne incinte che presentavano sintomi, mentre molti casi l'infezione di Zika può essere asintomatica.
   

Per il nuovo studio, un team di esperti guidato da Dawn M.Dudley della University of Wisconsin-Madison, ha aggregato i dati, pubblicati e non pubblicati, relativi a macachi infetti da Zika e provenienti da sei centri di ricerca negli Stati Uniti.
    La morte fetale (aborto o nati morti) si è verificata in 13 su 50 degli animali studiati, pari al 26%. I macachi infettati all'inizio della gravidanza avevano tassi significativamente più alti rispetto a quelli infettati dopo il 55/esimo giorno di gestazione. "I tassi di morte fetale nei primati non umani sottolineano la necessità di un attento monitoraggio in gravidanze umane affette da Zika", scrivono gli autori. 

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