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Alimentare: Assica, Italia leader mondiale export di salumi

(ANSA) - MILANO, 12 GIU - Assica, l'associazione industriali delle carni e dei salumi aderente a Confindustria, ha posto al centro della propria assemblea annuale tenutasi a Milano il tema dell'internazionalizzazione e presentato dati e trend di consumo del settore che torna a crescere nel fatturato e nell'export e registra una ripartenza dei consumi interni. Secondo la ricerca Ismea per Assica, è il prosciutto cotto il salume preferito dagli italiani con una quota del 26,5% del totale dei consumi, segue il crudo al 21,9%, la mortadella e i würstel saliti al 19,2%. L'attenzione dei consumatori, anche nella grande distribuzione, è attratta dalla valorizzazione dell'italianità del prodotto laddove specificata in etichetta con diciture quale "prodotto in Italia" e dai salumi confezionati in vaschetta, grazie alle informazioni riportate sulla tracciabilità. Export in crescita che sale a 1,5 miliardi per le 180 aziende associate che rappresentano l'80% del fatturato industriale della produzione di carni trasformate che ammonta a 8 mld di euro per una produzione complessiva di 1,177 milioni di tonnellate. "Grazie a questi dati siamo il leader mondiale nell'esportazione dei salumi", ha detto il presidente di Assica Nicola Levoni. "Un settore il vostro, punto di riferimento per l'economia regionale, che sosterremo con convinzione. Per questo all'interno dell'assessorato all'Agricoltura abbiamo individuato una specifica delega relativa al comparto del cibo", ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana intervenendo all'assemblea. "Inviteremo il presidente al nostro consiglio generale - ha annunciato Levoni - perchè cerchiamo la collaborazione con le istituzioni sia sul fronte tecnico sanitario che su quello della diplomazia economica. Disinnescare le clausole di salvaguardia che prevedono l'aumento dell'Iva - ha aggiunto Levoni - è un passo necessario e abbiamo colto positivamente le dichiarazioni in merito rilasciate dal governo. Il futuro dell'industria alimentare e del settore è strettamente legato alla capacità di crescere all'estero, quindi poniamo grande attenzione all'affacciarsi di neo-politiche daziarie".(ANSA).

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