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Gemellaggio Firenze e Dresda, legami da arte a industria

Un festival lungo sei mesi, ricco di concerti, eventi culturali, esposizioni nei musei: così la città tedesca di Dresda ha dato il via alle celebrazioni per i 40 anni della lunga amicizia che la unisce a Firenze. Fu proprio nel 1978 che le due città scelsero di unirsi: i due sindaci del tempo (a Firenze, a sedere sulla poltrona della sala di Clemente VII in Palazzo Vecchio c'era Elio Gabbuggiani) siglarono un patto di gemellaggio. Oggi, in un mondo pur completamente cambiato rispetto ad allora, i buoni rapporti tra la città affacciata sull'Elba e quella solcata dall'Arno continuano a prosperare con grande fecondità: ad alimentarne la solidità sono, soprattutto, intensi e frequenti scambi culturali e didattici.
    Stretti sono i rapporti tra i principali musei e teatri delle due città. Ed è ormai una tradizione di lunga data, per gruppi di alunni di istituti fiorentini, trascorrere periodi di studio a Dresda; e viceversa. Anche per questo "quella tra Firenze e Dresda è un'amicizia che diventa sempre più forte e viva con il passare del tempo", ha spiegato l'assessore alle relazioni internazionali Paola Concia, intervenendo alla cerimonia del 40ennale dalla firma del Patto, tenutasi il 15 di maggio nella sede del Comune di Dresda alla presenza, oltre che di autorità politiche e diplomatiche, anche degli attuali protagonisti del gemellaggio stesso, gli allievi dell'istituto alberghiero Bernardo Buontalenti e della scuola Waldorfschule. "Ponti, non muri - ha quindi rilanciato Concia -, l'alleanza tra Firenze e Dresda può essere un simbolo e un modello contro l'odio e le divisioni che caratterizzano la nostra epoca". Ad intervenire, in qualità di ospite d'onore della manifestazione, è stato anche il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. Il quale ha sottolineato come le radici dello storico rapporto tra Firenze e Dresda affondino in tempi "ben più antichi di quattro decenni fa: il granduca Cosimo Primo dei Medici già nel 1500 donava a Dresda splendidi bronzi e rari alabastri del Giambologna; e la collezione medicea, da allora, ebbe modo di arricchirsi progressivamente di opere d'artisti sassoni". Il direttore degli Uffizi ha anche osservato che oggi, a cementare l' amicizia internazionale tra il capoluogo toscano e la capitale della Sassonia non sono solo robuste relazioni culturali e scolastiche, "ma anche economiche, non bisogna dimenticare infatti che a Dresda c'è un importante stabilimento Menarini a consolidare e rafforzare il grande legame tra le due città". Da 12 anni, infatti, il colosso farmaceutico fiorentino è presente nella città sassone con un centro di produzione che attualmente impiega circa 400 dipendenti. 
   

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