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Brexit: Acea, l'Ue eviti implicazioni disastrose per auto

ROMA - L'Associazione Europea dei Costruttori di Autoveicoli (ACEA) chiede un intervento urgente delle autorità Ue per regolare i problemi connessi alla Brexit che interessano il settore. In una nota diffusa oggi, in vista dell'imminente incontro dei capi di stato dei 27 Paesi dell'Unione per l'approvazione delle linee guida della Commissione sull'uscita della Gran Bretagna, l'Acea chiede ai negoziatori ''di fare attenzione alle tematiche specifiche relative al settore in modo da evitare implicazioni potenzialmente disastrose per l'intera catena produttiva dell'automobile''.

Oggi questo ramo conta in Europa 12,6 milioni di lavoratori, il 5,7% del totale della Ue, di cui 3,3 milioni impegnati presso i Costruttori dell'automotive, che hanno più di 300 siti produttivi: l'industria dell'auto genera un surplus commerciale per la UE di circa 90 miliardi di euro.

Uno dei principali problemi sul tavolo riguarda le omologazioni. Oggi per poter essere venduti i nuovi modelli devono superare dei test su emissioni e sicurezza presso un ente nazionale, e questi risultati sono validi per tutti gli altri Paesi dell'Unione. Per Erik Jonnaert, segretario generale di ACEA, ''è essenziale che i Costruttori possano considerare validi i tipi di approvazioni effettuati sia nella UE sia nella UK, almeno sino al 30 marzo 2019''. Viene chiesto alla Commissione Europea di ''chiarire come le approvazioni esistenti possano essere trasferite da una delle autorità della EU27 al Regno Unito e viceversa''.

Viene, inoltre, auspicato che le rispettive autorità continuino anche dopo la Brexit a riconoscere mutualmente le omologazioni, cosa che sarà possibile solo se la Gran Bretagna rimarrà allineata alle norme europee. C'è, poi, l'importante questione se il mercato britannico, che è il secondo in Europa, manterrà i target per le emissioni di CO2 previsti per il 2021. Viene toccato, infine, il tema dei problemi connessi all'instaurazione di eventuali barriere doganali.

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