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Un museo per Manuzio, l'inventore del corsivo

    BASSIANO- Inventò il carattere tipografico corsivo, introdusse e codificò l'uso della punteggiatura e, soprattutto, tagliò le dimensioni dei libri lanciando massicciamente il formato tascabile, fino a quel momento limitato a poche edizioni di carattere religioso, per diffondere i classici greci e latini: se all'inizio del 1500 il destino delle pubblicazioni a stampa prese un' altra piega il merito è di Aldo Manuzio, umanista, editore, stampatore, letterato. Fece la sua fortuna a Venezia, all'epoca maggior centro editoriale europeo, ma era partito da Bassiano, un paesino della provincia di Latina, immerso tra le colline dei monti Lepini, che oggi ha 1500 abitanti. Qui, tra i vicoli del borghetto medioevale, c'è il Museo delle scritture intitolato al suo figlio più illustre. Poco distante, una targa ricorda la casa in cui Aldo nacque nel 1449.
    "L' idea si sviluppò nei primi anni Novanta per rendere omaggio al nostro celebre concittadino - spiega Maria Rosaria Cacciotti, una delle prime operatrici del Museo -. Poi, per dare ancor più risalto all'importanza di Manuzio per la diffusione e la conservazione delle opere letterarie si è pensato di estendere l'attenzione alla storia e alla evoluzione degli strumenti di scrittura". Non è un caso che il museo si sviluppi nel seminterrato del cinquecentesco Palazzo Caetani, sede del Comune. Alcuni ambienti, anticamente, erano usati come prigione.
    Sui muri sono ancora ben visibili graffiti, parole e disegni tracciati dai reclusi. Ai ragazzi delle scolaresche, principali fruitori della struttura, viene mostrato che anche questo testimonia "la forza e la necessità della scrittura". Una sala è laboratorio multimediale. In un' altra è ricostruita una classe di scuola elementare del periodo fascista dove, con inchiostro, calamaio, abbecedario e lavagna, si imparava a leggere e scrivere. E' un percorso sulla storia degli strumenti del comunicare che parte dalle tavolette di argilla dei Sumeri, passa dai torchi delle tipografie e arriva, anche con gli ex voto, alle macchine da scrivere, ai computer, ai tablet, a internet, ai telefonini. Tra le curiosità una strumento giapponese della metà del Novecento con centinaia di caratteri.
    I pezzi più preziosi, ovviamente, sono le "cinquecentine", le opere prodotte da Manuzio. Su alcune campeggia il simbolo dello stampatore bassianese - l' ancora e un delfino - e il motto latino "Festina lente" (affrettati lentamente). Manuzio lanciò all' inizio del 1500 i suoi "tascabili", più maneggevoli ed economici, con la numerazione delle pagine e gli indici tra le altre novità. La produzione di libri in ottavo, con edizioni anche in migliaia di esemplari, si diffuse rapidamente in tutta Europa. Il successo fu tale che già allora le opere vennero 'taroccate' e Manuzio dovette difendersi dai falsari. Il nuovo carattere corsivo - denominato aldino - si richiamava alle lettere dei manoscritti greci. Aldina venne chiamata anche l'Accademia da lui fondata a Venezia. Un tributo planetario gli è arrivato secoli dopo quando nel 1985 il primo software per pc venne chiamato Aldus PageMaker dalla omonima società americana.
    Lasciata Bassiano, Manuzio - che aveva studiato a Roma, Ferrara, quindi a Mirandola, con Giovanni Pico, famoso per la sua straordinaria memoria - arrivò nella città dei dogi verso il 1490 e avviò l' attività destinata a rivoluzionare la storia della tipografia e della produzione letteraria. Morì il 6 febbraio 1515, dopo aver stampato circa 130 edizioni in greco, in latino e in volgare, fra le quali anche opere di contemporanei - Erasmo, Angelo Poliziano o Pietro Bembo - ma soprattutto i grandi classici, da Aristotele a Tucidide, da Erodoto a Cicerone, da Sofocle a Luciano, Catullo, Virgilio, Ovidio, Omero.
    "Manuzio ha dato grande lustro a Bassiano - dice il sindaco Domenico Guidi -. Con l' invenzione dei tascabili ha esportato la cultura in tutto il mondo rendendola accessibile a tutti grazie ai costi ridotti. Fu un rivoluzionario, un vero industriale dell' epoca. Nel 2016 il ministero dell' Economia lo ha ricordato con un francobollo commemorativo e noi lo abbiamo celebrato con un anno di iniziative". Dopo la visita al museo non bisogna mancare l' assaggio del prosciutto locale, vanto ulteriore della cittadina. A pochi chilometri altre bellezze aspettano: Il Giardino di Ninfa (per aperture e orari consultare il sito della Fondazione Caetani); l' Abbazia cistercense di Valvisciolo; Sermoneta, bel borgo medioevale con l' imponente castello Caetani, e Norma, per i resti e le mura ciclopiche dell'antica città romana di Norba.
    (ANSA)

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