
PALERMO. L’azienda siciliana trasporti sempre più nel caos. I nuovi vertici nominati appena una settimana fa hanno rinunciato all’incarico e così - come si legge sul Giornale di Sicilia in edicola - nel pieno dell’indagine sugli incassi trattenuti dalla metà degli autisti di Palermo l’Ast resta acefala.
Mentre aumentano le indiscrezioni su altre irregolarità. Mario La Rocca era stato scelto come presidente. E con lui avrebbero dovuto entrare nel Cda Giuseppe Battaglia e Rosalia Pipia. Tutti erano capi di gabinetto di altrettanti assessori ma nel frattempo sono stati promossi dirigenti generali.
Da qui, almeno ufficialmente, il rifiuto di andare all’Ast. Dunque le redini passano al collegio dei revisori dei conti, l’unico organo ancora in carica, guidato da Antonella Battaglia.

Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

5 Commenti
Peppe
20/02/2018 09:30
I partiti di destra e di sinistra responsabili della cattiva gestione della cosa pubblica.
gionata
20/02/2018 10:04
si sapeva che era un carrozzone da 4 soldi era lampante e quindi si e arrivati al saccheggio. grazie a chi dirige una azienda candidata al fallimento come la regione sicilia.
Peppe
20/02/2018 10:12
GRAZIE AI PARTITI DI DESTRA E DI SINISTRA.
siamoallesolite
20/02/2018 11:00
considerato che la nomina è antecedente alla successiva nomina a dirigente generale, di fatto sarebbe potuta scattare, specialmente per il presidente l'inconferibilità di incarico così come prevede il decreto 39/2013 all'art. 4. Se poi ci metti che lo stare in un cda da dirigente generale prevede la gratuità di incarico....
Anna M.
20/02/2018 14:25
Serve una macchina politica snella e veloce. Bisogna alleggerire la cosa pubblica. Il mercato è cambiato. Ci muoviamo ormai in un mercato libero e competitivo. Molte aziende pubbliche hanno bisogno di essere privatizzate per allargare gli orizzonti ed essere più competitivi su un mercato sempre più vasto e in continua evoluzione. Molte aziende pubbliche non possono rimanere ingabbiate dentro la macchina pubblica. Hanno bisogno di denaro e di investire su un territorio sempre più competitivo. Lo Stato non può sempre coprire i buchi. Le aziende devono camminare da sole.
Baldo
20/02/2018 17:57
Noi iscritti in Black list xchè x tre mesi non versano il quinto dello stipendio.ma la trattenuta in busta paga c'è....