PALERMO. Un quinto degli elettori è ancora del tutto indeciso sulla scelta da compiere, addirittura due su tre non conoscono neanche un candidato in corsa, e la metà dei giovani è intenzionata a non andare a votare. Insomma, a 16 giorni dal voto per le Politiche del 4 marzo, il consenso resta molto instabile. È quanto emerge dall’ultima rilevazione, prima dello stop previsto dalla legge, effettuata dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento.
Quali sono oggi le percentuali dei partiti?
«Se si votasse oggi per la Camera, il Movimento 5 Stelle si confermerebbe primo partito con il 28%, con un voto certo del 23% e un potenziale del 32%. Il Partito democratico otterrebbe il 22,5%, contando su uno zoccolo duro del 19% e su un potenziale del 26%. Forza Italia avrebbe il 16,5%, la Lega il 14,2%, anch’esse con un bacino più esteso di elettori che non escludono di poterle votare. Distanti le altre liste: Liberi e Uguali al 6%, Fratelli d’Italia al 5%. Per il momento, poco sotto la soglia del 3% risultano +Europa della Bonino e Noi con l’Italia. L ’affluenza è stimata oggi al 66%. È uno scenario destinato a mutare nelle ultime due settimane di campagna elettorale».
I dati sull’astensione?
«L’astensione cresce soprattutto nel Centro Sud. Se si votasse oggi, circa 16 milioni di italiani potrebbero non recarsi alle urne. Tra questi 12 milioni sono assolutamente determinati a non farlo mentre quasi 4 milioni di elettori sono definiti “astensione revocabile”, cioè potrebbero ancora cambiare idea. Particolarmente significativo appare il dato sull’astensione tra i più giovani. Il 47% tra quanti hanno meno di 25 anni appare deciso a non votare».
La nuova legge elettorale non prevede il voto disgiunto. Saranno più determinanti i partiti o i candidati?
«I due terzi degli elettori affermano che il 4 marzo voteranno il partito che li convince di più. Il 25% pensa invece di effettuare una scelta guardando ai candidati in lista nei propri collegi, anche se di una coalizione o partito differenti da quelli che avrebbero naturalmente votato».
Ma quanto realmente i cittadini sanno dei candidati in corsa?
«Appena un terzo dei cittadini oggi è a conoscenza del nome di almeno un candidato nel collegio uninominale in cui voterà. Il 67% degli italiani non ha alcuna idea di chi siano i candidati alla Camera o al Senato nel proprio collegio elettorale».
Con la legge elettorale Rosatellum il peso delle coalizioni diventa importante. Chi è in vantaggio?
«Il peso della coalizione è determinante per l’assegnazione dei seggi nella quota uninominale. Secondo i dati del Barometro Politico Demopolis per il programma Otto e Mezzo, l’area di centrodestra, in costante crescita negli ultimi mesi, otterrebbe nel complesso il 38%. Il Movimento 5 Stelle si posizionerebbe al 28%. Terza, al 27%, si attesta oggi la coalizione di centrosinistra, costituita dal Pd e dagli alleati minori».
Quante possibilità ci sono che ci sia un vincitore a chiusura delle urne?
«Con le attuali stime di voto anche la coalizione più forte, quella di centrodestra, non avrebbe oggi autonomamente i numeri per dar vita a un nuovo governo. La partita per il raggiungimento della maggioranza si gioca soprattutto nei collegi in Sicilia e nel Sud, dove è testa a testa con i 5 Stelle».
La campagna elettorale è entrata nel vivo tra mille promesse… quanto stanno incidendo tra gli elettori?
«Un quarto degli italiani le ritiene proposte concrete e fattibili, il 34% le considera solo promesse elettorali, finalizzate a incrementare il consenso. Per il 41% si tratta invece di annunci interessanti e condivisibili, ma difficilmente realizzabili: dall’aumento delle pensioni minime all’eliminazione del bollo auto, dal reddito di cittadinanza alla Flat tax, dall’abrogazione della legge Fornero all’introduzione del salario minimo legale. Il dibattito sui temi dell’immigrazione, sembra aver determinato, soprattutto nel Nord del Paese, un incremento del consenso ai partiti di centrodestra».
Persone:
8 Commenti
"picchio"
16/02/2018 18:16
ma alla fine sbaglieranno in 5
Pippo
17/02/2018 14:58
non sanno chi votate perché fondamentalmente non spendono nemmeno un minuto per informarsi o leggere un quotidiano
Elimo
16/02/2018 19:21
Vista la politica degli ultimi decenni portata avanti dai vecchi partiti. Avevo previsto una percentuale maggiore di astensionismo.
a
16/02/2018 20:56
Ho sempre.pensato anche io che l astensionismo sia la migliore dimostrazione del proprio dissenso. Adesso però ne sono stanco e voterò 5 *****. Darò una possibilità anche a loro. Se andrà male.mi ritirerò per sempre dalle cabine elettorali. Confido che la parte più lungimirante degli elettori pdemocratici, vista la deriva del loro partito, si convinca a votare in tal senso evitando una deleteria maggioranza di centrodestra, refrain del disastroso patto Berlusconi Bossi
Giuseppe 18
17/02/2018 19:33
Per la prima volta nella mia vita avevo deciso di non ne fare votare. Oggi ho deciso per la prima volta voteremo 5 stelle più che altro per mandare a casa vecchie facce
melo cetto
16/02/2018 19:25
Sicuramente non voteranno per la Boschi, mi auguro.
Fabio
16/02/2018 21:47
Secondo un sondaggio il suo seggio dovrebbe essere sicuro al nord.
Aldo Ferrara
17/02/2018 10:59
Berlusconi presidente del consiglio Salvini ministro dell interno meloni ministro della difesa la buongiorno ministro della giustizia vediamo se si riescono a mandare a casa tutti questi migranti
a
17/02/2018 14:51
E una volta "mandati a casa" lei cosa si aspetta? Il boom dell occupazione? La crescita del PIL? Lei è finlandese o norvegese? Perché se fosse palermitano, eviterei commenti di tal genere visto che i suoi avi hanno esportato negli usa tanti bravi lavoratori ma anche la mafia. Ogni tanto ricordare le proprie origini e chi eravamo 100 anni fa non farebbe male
Dario
17/02/2018 15:36
Da 10 anni i sondaggi le sbagliano tutte. Non conta essere il primo partito. La sinistra con Renzi arrivera' al 33 il M5S al 26, Berlesca 32 e 9 altri. Governera' Gentiloni
Fabio
17/02/2018 18:29
Negli ultimi 10 anni i sondaggi indovinarono la vittoria di Berlusconi nel 2008,la risalita di Berlusconi nel 2013,il referendum 2016.
Paolo 65
17/02/2018 19:31
Dario ne sono convinto, poichè per adesso è l'unico ad avere i piedi per terra. Tutti promettono la luna, nessuno sa' da dove possono coprirne le spese. Berlusconi e salvini hanno fatto il conto di quanto servirebbe per coprire il mancato incasso con l'irpef al 23%. Un piccolo esempio ( Dipendente pubblico medi 1.500 euro ) lorde 25.000 circa. oggi dal 27 al 34. aumento in busta paga circa 200 euro. Pensiamo ai Dirigenti , dipendenti senato,parlamento, enti vari con stipendi oltre i 2500 euro. L'impatto solo al primo anno sarebbe devastante, poichè ogni vlta si discute dell'aumento contrattuale e ci si litiga per 80 !10 euro lorde. Ne sarei felice perche' sono un pensionato ex pubblico dipendente, ma non credo che l'asino voli. NOn parliamo del privato dove la denuncia dei redditi è discrezionale, e senza un capillare controllo.
viseminara ( single, apolitica, vera invalida, non fanso puffe fotute insulse)
17/02/2018 22:32
Sono assolutamente d'accordo con le previsioni fatte i 5 stelle vinceranno le elezioni del 4 marzo.
cmely
18/02/2018 18:14
Questo sondaggio che darebbe il PD come secondo partito mi sembra un po' troppo ottimistico ...