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La prima ferita artificiale, si autoripara

È stata costruita la prima ferita artificiale in grado di ripararsi da sola: è il primo modello che riesce a mostrare in tutta la sua complessità il modo in cui un vaso sanguigno danneggiato torna integro. I ricercatori della Emory University, che descrivono la ferita biotech sulla rivista Nature Communications, sostengono che si rivelerà utile per la diagnosi di malattie legate al sangue e per sperimentare farmaci.


Sangue che fluisce attraverso una ferita e formazione successiva del coagulo (fonte: Emory University)

Wilbur Lam, alla guida del gruppo di ricerca, spiega che ogni volta che una ferita si rimargina avviene un fenomeno complesso, che coinvolge il vaso sanguigno danneggiato, le piastrine e le proteine del sangue che hanno il compito di formare una sorta di rete che chiude la ferita e lo stesso flusso sanguigno. "Gli attuali metodi prevedono l'isolamento di ognuno di questi elementi - aggiunge Lam - impedendo la visione completa del quadro più ampio".

Il sistema ideato dai ricercatori della Emory University è il primo a riprodurre tutti gli aspetti di una ferita e della sua riparazione, dalla perdita di sangue alla formazione del coagulo che blocca l'emorragia e  alla riparazione del vaso sanguigno. Tuttavia il modello non include i muscoli lisci che rivestono vene e arterie e non si applica ai vasi più grandi. Tra le altre cose, i ricercatori hanno potuto constatare che l'emorragia in seguito ad un trauma impiega circa 8 minuti per arrestarsi completamente.

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