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Traffico di armi in provincia di Siracusa, è allarme: crescono arresti e sequestri

SIRACUSA. Il traffico di armi clandestine è concentrato nelle zone della provincia dove la presenza dei clan mafiosi è più sedimentata nel territorio. È quanto emerge in un report dei carabinieri sull’analisi del fenomeno nell’anno appena trascorso. Solo per la detenzione illegale armi e munizioni, i militari del comando provinciale hanno tratto in arresto 21 persone.

Il grosso, una decina, dei provvedimenti restrittivi è avvenuto nell’area tra Lentini e Carlentini, indicata in tutti i rapporti dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia come il territorio in cui opera il gruppo criminale facente capo a Nello Nardo, in carcere per via di alcuni omicidi, tra cui la strage di Cassibile dell’aprile del 1992, e l’esecuzione di Agostino Urso, «u prufissuri», il capo del clan siracusano «Urso-Bottaro» crivellato di colpi la mattina del 28 giugno del 1992 a Fontane Bianche.

E poco prima del 2017, i carabinieri sequestrarono in un garage due kalashnikov perfettamente efficienti e con matricola abrasa, oltre 1 chilo di miscela pirotecnica e 2 chili e mezzo di marijuana. Il resto degli arresti ha interessato, principalmente, Avola, indicata dalla Procura distrettuale come un feudo della cosca Trigila di Noto, legata storicamente da un patto di ferro con Nardo di Lentini. La terza zona della provincia in cui si registra un traffico di armi consistente è quella sud, nella porzione compresa tra Pachino e Portopalo.

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