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Sessant'anni fa il lancio del primo satellite Usa

Era la sera del 31 gennaio 1958, quando da Cape Canaveral veniva lanciato nello spazio il primo satellite artificiale degli Stati Uniti: chiamato Explorer-1, fu la risposta americana nella corsa allo spazio inaugurata dai sovietici con lo Sputnik-1, il primo satellite della storia lanciato il 4 ottobre 1957, e lo Sputnik-2, il primo ad andare in orbita il 3 novembre 1957 con un essere vivente a bordo, la cagnolina Laika.

Explorer-1, progettato e costruito dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) del California Institute of Technology, fu la prima sonda a trovare le prove dell'esistenza di una fascia di particelle cariche intrappolate dal campo magnetico terrestre: venne poi chiamata 'fascia di Van Allen', proprio in onore del fisico James Van Allen autore della strumentazione scientifica di bordo cruciale per la scoperta.

Lungo due metri, con un diametro di 15 centimetri e un peso di 14 chili, Explorer-1 completava un giro intono alla Terra ogni 114 minuti, per un totale di 12,5 orbite al giorno: nel suo percorso si avvicinava al Pianeta fino a 'sfiorarlo' da una distanza di 354 chilometri, per poi allontanarsi di nuovo fino a 2.500 chilometri. II satellite Usa inviò l'ultimo segnale il 23 maggio 1958, quando le sue batterie si esaurirono, ma rimase in orbita per altri 12 anni: dopo più di 58.000 orbite, il 31 marzo 1970 rientrò nell'atmosfera terrestre sopra il Pacifico disintegrandosi. Dopo questa avventura, la Nasa ha continuato a portare avanti il programma 'Explorer' lanciando oltre 90 missioni.

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