
ROMA. Viaggi d'istruzione in crisi nelle scuole italiane: quasi uno studente su dieci quest'anno ha deciso di non partire. Di questi, uno su tre ha rinunciato perché non vuole stare con i compagni di classe. Emerge dall'ultima indagine svolta dal sito Skuola.net e ripresa da La Stampa.
Le gite scolastiche pare che non siano poi così amate dai giovani di oggi. Dallo studio risulta che solo il 42% degli studenti, cioè meno della metà, partirebbe in viaggio d'istruzione. Una percentuale in calo, dato che lo scorso anno era favorevole il 56%. A fare riflettere è la motivazione fornita dai ragazzi: il 30% degli "anti-gita" spiega di non volere partire perché ha difficoltà relazionali con i suoi compagni di classe.
Altro grosso ostacolo delle partenze sono le difficoltà economiche, un vero problema per il 28% degli studenti che non partecipano ai viaggi d’istruzione. Seguono la paura del terrorismo (3%), la mancanza di fiducia dei genitori (6%).
Nella casistica analizzata da Skuola.net ci sono per lo più gite effettuate in pullman (48%), tra marzo e aprile (63%), e che costano meno di 400 euro (70%).
«La prima causa di rinuncia in assoluto è legata allo scarso feeling con i compagni di classe. Un fatto nuovo, che sembra confermare alcuni studi, che associano al sempre maggiore tempo speso sui social una degradazione della capacità di relazionarsi nel mondo reale - spiega alla Stampa Daniele Grassucci, co-fondatore e responsabile dei contenuti di Skuola.net -. Non è raro osservare che gli adolescenti, quando stanno insieme in uno stesso luogo fisico non interagiscono tra loro, ma utilizzano lo smartphone».
5 Commenti
Paolo C.
30/01/2018 10:03
troppi incidenti, molta ansia e pochi denari.
Vincenzo
30/01/2018 18:15
la cosa principale sono i costi
giovanni"
30/01/2018 10:31
Mancano i soldi per riuscire a fare anche il viaggio d'istruzione. Siamo messi male, e siccome il viaggio non è una cosa fondamentale, si rinuncia. Da molto tempo le famiglie non riescono più a soddisfare i propri figli per il viaggio guidato dalla scuola. Meno male, anni fa, questo particolare metteva in allarme le famiglie che non si potevano permettere questa spesa.. Ora la prospettiva negativa si è allargata ad altre famiglie che si sono arrese alla poca liquidità di denaro. Se poi si va ad analizzare il viaggio d'istruzione, non è una bella cosa, intanto devi uscire con i tuoi compagni di scuola, che già conosci, poi il più delle volte non accetti quello che ti dicono i professori accompagnatori. Poi c'è anche il rischio che qualcuno si lasci andare a delle cose molto pericolose, che il gruppo dei giovani si spinge tanto da forzare con stimoli di protagonismo una cosa che da solo non avrebbe mai fatto. Infatti è già successo che durante la il viaggio d'istruzione qualche giovane è morto proprio per la sua intraprendenza di protagonismo. E allora ben venga questa difficoltà da parte dei genitori che non si possono permettere il costo del viaggio. Alla fine potrebbe rappresentare un bene.
Quo vadis?
30/01/2018 16:28
"La prima causa di rinuncia in assoluto è legata allo scarso feeling con i compagni di classe. Un fatto nuovo, che sembra confermare alcuni studi, che associano al sempre maggiore tempo speso sui social una degradazione della capacità di relazionarsi nel mondo reale" Stiamo crescendo una generazione di alienati. Ci siamo fatti bruciare il cervello dagli smartphone, sottilissimo strumento di controllo e gestione delle masse messo in opera dal Potere (quello con la P maiuscola, non i nani politicanti al suo servizio).
telonius
30/01/2018 18:46
La colpa non è dello smartphone, ma dell'uso che se ne fa... È come dare la colpa alla pistola, se sparo a qualcuno... Con un po' di ingegno si riesce anche a scaricare le app senza dare indicazioni sulla propria identità. È chiaro che gli OTT (Over The Top) usano in modo troppo spregiudicato i dati personali e le abitudini di ciascuno di noi. E su questi aspetti di dovrebbe intervenire con maggiore incisività. Sulle gite scolastiche si può fare appello alle incapacità relazionali dei digital native, ma le cattive abitudini sono figlie della mancanza di educazione da parte di grandi e piccoli. Forse il vero problema non è lo smartphone, ma il contesto culturale in cui ci troviamo.
cmely
30/01/2018 18:30
Anche se qui si dice che la causa primaria è il non rapporto con i compagni, in realtà ciò che incide di più sono le difficoltà economiche delle famiglie, altro che la ripresa tanto decantata dall'attuale governo. Prima ancora di affrontare una spesa del genere, c'è da dare la precedenza a tasse, bollette, spese condominiali, spese alimentari, spese impreviste (quelle, purtroppo, vanno sempre messe in conto) e chi più ne ha più ne metta. Chi, come me, ha famiglia ne sa qualcosa ...
Si stava meglio
31/01/2018 11:14
Tra vent’anni la gente non si sposerà più, non si faranno figli e non esisteranno più le amicizie. Tutto questo per colpa della tecnologia che ci sta distruggendo la vita sociale. Sembriamo zombi.