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Gli oggetti stampati in 3D cambiano colore

Gli oggetti stampati in 3D possono cambiare colore grazie alla tecnologia che utilizza un inchiostro sensibile alla luce. Si chiama ColorFab e per adesso funziona con la plastica, ma l'obiettivo è estendere la tecnica ad altri materiali, per modificare a piacere i colori di custodie di telefonini, oggetti per la casa e abiti, esponendoli alla luce ultravioletta. Messa a punto dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), la tecnologia sarà presentata alla 'ACM CHI Conference on Human Factors in Computing Systems', in programma in aprile a Montréal, in Canada.

La stampa in 3D ha fatto molti progressi e permette di stampare oggetti di tutti i colori. Tuttavia, osservano i ricercatori, una volta che un oggetto è stato fabbricato, il colore è permanente e non può essere modificato: ogni modifica richiede una nuova stampa. Invece, potendo "cambiare il colore di un oggetto, non bisogna crearne uno nuovo ogni volta", rileva una delle ricercatrici coinvolte nel progetto, Stefanie Mueller.

Precedenti tecniche per cambiare il colore alle superfici si limitavano a modificare un solo colore e funzionavano solo sui disegni in due dimensioni. I ricercatori sono riusciti a superare questo limite usando un inchiostro per la stampa 3D sensibile alla luce, cioè fotocromatico. In particolare, l'inchiostro è fatto di una tinta base neutra nella quale sono stati miscelati pigmenti sensibili alla luce ultravioletta. Quest'ultima attiva una reazione chimica che fa cambiare il colore in soli 23 minuti e per ottenere la tonalità desiderata basta modificare l'intensità della luce. Inoltre si possono selezionare i pixel da ricolorare.
Il colore rimane anche quando l'oggetto viene rimosso dalla sorgente di luce e il processo è completamente reversibile, cioè gli oggetti si possono ricolorare tutte le volte che si desidera.

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