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Più esercizi e meno macchinari: i segreti dell’allenamento funzionale

Nella foto il trainer Vincenzo Alagna insieme all'allieva Maria Rita Abruzzo presso il centro Grin club di Palermo

PALERMO. Allenarsi sviluppando la capacità di movimento e la consapevolezza dei gesti quotidiani, è questa l'essenza dell'allenamento funzionale. Un programma intenso ma dai notevoli benefici che in una lezione è in grado di allenare tutto il corpo, coinvolgendo diversi distretti muscolari contemporaneamente.

Un metodo di allenamento che si adatta anche al fitness musicale e che si distingue dall'esercizio in sala attrezzi; quest'ultimo infatti richiede degli esercizi miratati e a zone.

Molto richiesto nei centri sportivi palermitani, i quali hanno visto nel funzionale un'attività dinamica e in grado di donare notevoli miglioramenti nella capacità motoria quotidiana, come per esempio: alzare un peso mantenendo una postura corretta, saltare e mantenere l'equilibrio.

Per tali semplici motivi questo metodo è preferito da chi non ama allenarsi in sala attrezzi e preferisce tuffarsi in un esercizio globale. Questo allenamento è utile principalmente allo sviluppo della percezione del proprio corpo nello spazio, si differenzia da altri metodi, a volte simili, ma che spesso rischiano di essere confusi con esso. Spesso infatti si fraintende il funzionale con il crossfit, il quale invece è composto da serie di esercizi funzionali all'interno di un  programma   più   vasto   che,   attraverso   movimenti tratti da vari sport, costruisce   un allenamento ad alta intensità.

"Come tecnico di sala attrezzi, uno degli aspetti più scomodi della mia professione è quello di fare da parafulmini fra le opinioni dei nostri allievi- dice Vincenzo Alagna personal trainer e istruttore di allenamento funzionale- uno degli argomenti che frequentemente è  oggetto di   dibattito   è   legato   alla   pratica   di   questo allenamento".

Il professore Guido Bruscia, uno dei maggiori esponenti del Functional Training in Italia, definisce l'allenamento funzionale come: l’allenamento relativo alla funzione per cui un muscolo o meglio una catena cinematica esiste e si è evoluta in un certo modo.

D'altro canto invece, Greg Glassman, il padre del crossfit, che si differenzia quindi dal primo, sostiene che: la "ricetta" crossfit sia effettuare costantemente movimenti funzionali sempre diversi ad alta intensità. L’allenamento funzionale è  quindi il mezzo per far sì che pur sostenendo degli sforzi fisici contro resistenza, il nostro corpo rimanga una bella macchina ma pur sempre efficiente, forte resistente e dinamica.

"Questo programma è sinonimo di prevenzione e miglioramento generale della condizione atletica-dice Vincenzo Alagna, allenatore presso il centro Grin club-bisogna pensare alle sue caratteristiche come finalizzate a migliorare coordinazione, elasticità, resistenza, forza e muscoli. Soprattutto per tranquillizzare un’altra paura espressa da coloro i quali si avvicinano a questa pratica, che credono possa risultare controproducente ai fini dell’accrescimento dei propri muscoli,- continua- i criteri che regolano la crescita dei muscoli possono essere perseguiti pur facendo allenamento funzionale".

Secondo l'esperto quindi ci sarebbero dei miti da sfatare che pregiudicherebbero la pratica di questa disciplina.

Tra questi è importante sapere che: allenarsi con i principi dell’allenamento funzionale non vuol dire rinnegare totalmente ciò che si fa nelle sale attrezzi, ma arricchirlo con mezzi scientificamente provati, sicuri e rivolti alla prevenzione.

Inoltre, se si pratica funzionale non vuol dire necessariamente che si faccia crossfit o che uno sia migliore dell’altro, poiché entrambe le filosofie sono votate al miglioramento delle peculiarità del soggetto allenato.

In conclusione, a prescindere dall'attività che si svolge di norma, inserire le basi dell’allenamento funzionale non può assolutamente   impoverire   il programma, bensì migliorare la salute dell'allievo.

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