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Mercurio, sentinella delle tempeste

 Il pianeta più vicino al SoleMercurio, diventa una sentinella delle tempeste magnetiche, capace di avvertire la Terra del loro arrivo grazie a 'speciali segnali' nella sua atmosfera. E' quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports dai ricercatori dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), guidati da Stefano Orsini.

Condotto in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), lo studio si basa sulla prima osservazione della relazione diretta tra il transito di una bolla di particelle elettricamente cariche proveniente dal Sole e i cambiamenti che avvengono nella parte più esterna dell'atmosfera di Mercurio. A variare è la distribuzione del sodio, che i ricercatori interpretano come una sorta di 'impronta' del passaggio della bolla di plasma.

I dati che hanno permesso di misurare quelle variazioni sono quelli forniti tra il 2012 e il 2013 dal telescopio solare Themis dell'osservatorio delle Canarie e dalla sonda Messenger della Nasa, che in quel periodo era nell'orbita di Mercurio. Le differenze osservate nella distribuzione del sodio, con picchi nelle regioni polari, sono state interpretate come "la conseguenza di precipitazioni di particelle nelle regioni in cui le linee di campo magnetico convergono verso i poli di Mercurio, così come accade sulla Terra", ha detto Orsini.

Il risultato, ha aggiunto, dimostra quanto sia importante studiare Mercurio, come permetterà di fare in modo più completo la missione BepiColombo, organizzata dalle agenzie di spaziali di Europa (Esa) e Giappone (Jaxa) e il cui lancio è previsto in ottobre.

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