
PARTANNA. Per il Belice è stato il giorno della memoria. Sono trascorsi cinquant'anni da quella tragedia infinita, da quel terribile sisma che ha sconvolto tutta la Sicilia.
All'auditorium "Leggio" di Partanna il Capo dello Stato, Sergio Mattarella ha partecipato alla cerimonia del ricordo. Il presidente è stato accolto dall'inno nazionale. In sala autorità istituzionali, civili e militari e tanti amministratori dei comuni della valle. Prima di entrare nell'auditorium, Mattarella è stato salutato dalla folla che si trova all'esterno dell'edificio.
Alla cerimonia erano presenti anche il ministro per la Coesione, Claudio De Vincenti, il sottosegretario Davide Faraone, il presidente della Regione Nello Musumeci, i prefetti di Trapani e Palermo, il presidente dell'Anci siciliana Leoluca Orlando, gli amministratori dei comuni del Belice, il cardinale Francesco Montenegro, vescovi e autorità ecclesiali.
E a Sergio Mattarella il coordinatore del comitato dei sindaci Nicola Catania, primo cittadino di Partanna, ha ricordato le tappe di questi cinquant'anni fatti di sofferenze e al tempo stesso speranze. Alle bellezze naturalistiche e artistiche, grande risorsa dei paesi della Valle, è ispirato il programma costruito attorno alla visita di Mattarella con mostre, spettacoli, rappresentazioni teatrali, reading che andranno avanti per tutto il 2018.
"Il capo dello Stato - assicura Catania - si trova di fronte un paesaggio mutato e un nuovo tessuto economico con il quale si sta rimettendo in piedi dopo un disastro durato mezzo secolo".
Il momento più significativo la cerimonia nell'auditorium "Giacomo Leggio" di Partanna, durante la quale Mattarella consegnerà targhe in ricordo di personalità che aiutarono i terremotati. Una alla memoria sarà intestata a don Antonio Riboldi di cui il capo dello Stato ha ricordato, in occasione della scomparsa, "l'attività a favore della solidarietà sociale e l'impegno per la legalità, in aperto e sconvolgente contrasto con la criminalità organizzata".
Persone:
7 Commenti
Gaspare Barraco
14/01/2018 07:37
Che i morti e le distruzioni servano da monito per avere strutture sicure, con i terremoti che siano solo un solletico per tutte le costruzioni. Ing.Gaspare Barraco.Marsala.
Orlando
14/01/2018 13:57
La realtà, dopo 50 anni, è che ancora ci sono i segni evidenti del terremoto, ruderi, catapecchie e strade di fango. Questo ha celebrato il presidente della Repubblica. Purtroppo, ahimè, la maggior parte della gente non coglie questi aspetti!
robert rosati
14/01/2018 19:21
. Nell'intera Valle del Belice e contorni, le abitazioni erano vecchie di più' di mezzo secolo, costruite con pietre a fango. Un piccolo terremoto di forza 3 sarebbe abbastanza per causare una completa distruzione. Purtroppo in Italia le nuove costruzioni non sono costruite antisismiche, per tanti motivi...il cemento della mafia e' stato il motivo più eclatante nelle nuove costruzioni. Questo e' un problema che solo lo Stato può risolvere e non le organizzazioni provinciali o comunali. John, Los Angeles, CA
Un su chiari sti riscussi
14/01/2018 07:41
I soldi in tanti ve li siete mangiati
Andrea
14/01/2018 08:53
Se non mi sbaglio sulla benzina paghiamo da allora delle tasse per la ricostruzione , dove sono tutti wuesti soldi? Ricordiamocelo il 4/3
giovanni"
14/01/2018 09:26
Se commemorare serve a farsi male, a ricordare quello che è successo l'obiettivo è raggiunto. Se poi va anche bene il presidente della Repubblica, dà maggiore risalto alla manifestazione. Per la quale non si è abbattuta la guerra, ma il terremoto. Del quale tutti sanno quanto sia la forza devastante. È impossibile prevederlo, e quando si scatena diventa una bestia della natura. Diverso è il discorso del dopo terremoto, dove si capisce bene che ci vuole l'intervento dello Stato, che sia mirato sin dal momento del terremoto con l'aiuto di mezzi e persone, a salvare le persone che si trovano sotto le macerie. Dopo il primo intervento serve la ricostruzione del città dove si è abbattuto il terremoto, e qui entrano in ballo tutte le persone responsabili alla ricostruzione della città. Loro devono essere capaci di intervenire con la massima velocità, se non ci riescono, diventa un fallimento umano. Ricordare il terremoto, di quello che è accaduto, ripercorrere lo strazio delle persone che piangevano i loro cari morti durante la catastrofe. Ma con il terremoto nessuno si scaglia contro, è un nemico invisibile dal quale, da tutti è temuto, proprio per la sua capacità di distruggere ogni cosa. Un evento della natura distruttivo. Diverso il discorso sull'intervento della ricostruzione. Per la quale decidono chi ha il potere di di decidere. I tempi di ricostruzione li decidono loro.
robert rosati
14/01/2018 19:26
La vergogna Nazionale ed Internazionale e' stata come la gente viveva dopo 30 anni del terremoto. Case di cartone, legno ed altri materiali di emergenza. Cosa hanno hanno fatto i politici. John, Los Angeles, CA
Luigino
14/01/2018 14:20
50anni di belle parole e pochi fatti.
Fabio
14/01/2018 20:31
Con la visita del presidente della repubblica hanno risolto i problemi....
leonard
14/01/2018 21:12
Signori buona sera. Una delle pagine piu' dolorose della nostra isola ma vedendo oggi il Friuli ( sisma del 1976 ) non abbiamo bisogno di porci domande su dove vadano a finire i soldi per la ricostruzione. E questo confronto dice tutto.