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Sculture e opere su carta, il genio di Rodin

Conclude le celebrazioni internazionali per il primo centenario della morte di Auguste Rodin (1840-1917) la grande mostra allestita dal 24 febbraio al 3 giugno negli spazi del Museo di Santa Caterina, a Treviso. Esposte 50 sculture e 25 opere su carta, che riproporranno al pubblico italiano i più celebrati capolavori del maestro che ha aperto la strada ai più attuali linguaggi plastici: dal Bacio al Pensatore, dal Monumento a Balzac all'Uomo dal naso rotto, fino all'Età del bronzo.

Prodotta e curata da Marco Goldin, patron di Linea d'ombra, 'Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet' è l'iniziativa espositiva su cui ha puntato il Museo Rodin di Parigi per la conclusione dell'omaggio al maestro francese durato tutto l'anno con importanti rassegne al Grand Palais e al Metropolitan Museum. E se Treviso sarà quindi l'unica sede italiana inserita in questo calendario internazionale, l'istituzione parigina garantirà la presenza delle opere più famose di Rodin, in formati piccoli, medi e in alcuni casi di grande dimensione, ospitate nei chiostri del museo civico trevigiano. A essere rappresentate al Santa Caterina saranno tutte le tappe del percorso artistico dello scultore, in cui si metterà in evidenza il fortissimo interesse per Michelangelo e per la scultura rinascimentale italiana. Così come la capacità di Rodin di trasformare la materia, rendendo morbido, sensuale, vibrante il marmo non meno che il gesso, prima delle fusioni in bronzo. Inoltre sarà presente in mostra una famosa tela di Edvard Munch (1907), che ritrae la statua del Pensatore nel giardino del dottor Linde (importante collezionista di Rodin e di Munch) a Lubecca. Non mancherà poi un dipinto di Monet, tra gli altri presente nella celeberrima mostra Monet-Rodin, che si svolse a Parigi nel 1889 nella galleria di Georges Petit. Esposizione che vide presenti anche tre delle sculture di Rodin comprese nel percorso della mostra.

In Santa Caterina, che per l'occasione inaugurerà gli spazi integralmente restaurati della sala ipogea, sarà di particolare interesse l'opportuno confronto tra le sculture, comprese quelle monumentali, e i disegni. Soprattutto perché Rodin iniziò il suo percorso artistico frequentando la Petite Ecole, dove studiò il disegno, per avvicinarsi in un secondo tempo alla scultura. E del resto saranno proprio le maquette (spesso comunque di vasto formato) a documentare le opere di grandi dimensioni, ovviamente intrasportabili o mai completate. I Borghesi di Calais e la Porta dell'Inferno, tra le tante. "Su queste e altre opere - dice Goldin - Rodin, che nel frattempo aveva collezionato titoli, fama e riconoscimenti internazionali, continua fino alla fine i suoi studi e le continue variazioni, avendo l'universo femminile come inesausto fulcro ispiratore".

Ecco dunque che al Santa Caterina verrà ripercorsa, anche attraverso lettere e documenti, "l'intera vicenda biografica e artistica del grande scultore, tale da collocarlo al centro della situazione in Francia e in Europa tra gli ultimi decenni del XIX secolo e i primi due del XX". Un'attenzione particolare sarà data all'influenza che la cultura italiana, costituita non solo da Donatello, Michelangelo o Bernini, "ma naturalmente - conclude il curatore - dal fondamentale rapporto con la Commedia dantesca, ebbe su Rodin nella creazione dei suoi capolavori".

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