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Intesa difficile sul nuovo presidente dell'Ars: strada in salita per Miccichè

PALERMO. La strada per l'elezione di Gianfranco Miccichè a presidente dell'Ars è tutt'altro che spianata.  Colloqui senza sosta tra maggioranza e opposizioni, ma l'intesa appare ancora lontana.

Al primo turno servono i 2/3 dei voti, numeri che il centrodestra non ha per raggiungere subito l'obiettivo. Quindi si guarda alla seconda votazione, con la maggioranza assoluta. Ma neppure in questo caso ci sono certezze per Gianfranco Miccichè, candidato ufficiale allo scranno più alto di sala d'Ercole. Il centrodestra conta su 36 voti, ma per la prima seduta che si aprirà in mattina, per problemi personali potrebbe essere assente il deputato Pippo Gennuso, per non parlare dell'incognita dei franchi tiratori.

Per regolamento la prima e la seconda votazione si terranno nella stessa giornata, anche se il presidente pro tempore, Alfio Papale perché più anziano, potrebbe anche rinviare la seconda a lunedì, rinvio che non ha precedenti.

Esponenti del M5s hanno avuto contatti informali con alcuni deputati del Pd che avrebbero confermato la decisione del partito di non fare accordi sottobanco col centrodestra. Senza intesa istituzionale, dunque, l'elezione rimane una incognita.

Negli ambienti dell'opposizione c'è chi ipotizza l'uscita dall'aula al momento della seconda votazione. Ma nulla è ancora deciso. Se si andasse alla terza, per Miccichè la strada potrebbe essere ancora più in salita. Il commissario di Fi però rimane fiducioso di potercela fare.

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