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Teatro: debutta al Massimo la "Sacra Famiglia" di Caponio

CAGLIARI - Ritratto di famiglia alle soglie del terzo millennio. Si intitola provocatoriamente "Sacra Famiglia" il nuovo spettacolo di Nunzio Caponio che debutta il 7 dicembre alle 21 al Teatro Massimo di Cagliari. E' il primo capitolo di una trilogia teatrale che mette a confronto le ultime tre generazioni della cultura occidentale: generazione X (nati tra il 1966 e il 1976), generazione Y (1977-1994), generazione Z (1995-2012). Scritto e diretto da Nunzio Caponio, in scena con Maria Grazia Bodio e Cesare Saliu, lo spettacolo è prodotto da Sardegna Teatro e sarà replicato l'8 e il 9 dicembre alle 19 e il 10 alle 17. Il regista, sua anche la drammaturgia sonora, mette l'accento sulla incomunicabilità tra un padre, una madre e un figlio, sulla distanza profonda tra persone che pur essendo unite da legami di sangue, vedono la realtà da punti di vista differenti se non opposti.

"Lo scontro generazionale fa riaffiorare l'illusorietà del concetto di famiglia come riparo sicuro dai mali del mondo", spiega Caponio. "Sacra famiglia - aggiunge Maria Grazia Bodio - mette a nudo anche il dolore infantile, i sorrisi negati, i silenzi, che nascondono, ingigantendoli, segreti inconfessabili". Una produzione importante che si avvale anche dell'apporto di un artista di fama internazionale come Marco Nateri, sue le ambientazioni e gli abiti. L'autore Nunzio Caponio, una carriera tra cinema e teatro dall'Abruzzo all'America sino alla Sardegna, trasferisce in questa sua nuova opera il disagio dell'individuo "travolto dalla trasformazione
di un 'mondo organico' in un 'mondo meccanico' fino alla più incalzante mercificazione del sé", come dalle note di regia.

Sulla scena Maria Grazia Bodio e Cesare Saliu, attori della storica Cooperativa Teatro di Sardegna, ora Sardegna Teatro Tric, incarnano i genitori smarriti di fronte alla crisi del figlio per loro incomprensibile. Il reduce (Nunzio Caponio) segnato dalle esperienze traumatiche vissute al fronte, per estirpare il germe della violenza ritorna a casa, all'origine di tutto, dove tutto è cominciato.

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