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Con “China day” verso l’anno del turismo Europa-Cina

Confronto a tutto campo sul turismo della Cina diretto verso l’Italia al “China day” di Orvieto, il terzo tenuto in Umbria. Un appuntamento “Verso l’anno del turismo Europa-Cina” promosso dal ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo insieme alla Regione Umbria e al Comune orvietano.

L’appuntamento ha infatti ospitato rappresentanti dei principali stakeholder pubblici e privati dei due Paesi. Impegnati in tavoli tecnici per la condivisione di ‘best practices’ sull’accoglienza cinese e approfondimenti sui flussi turistici dalla Cina verso l’Italia, con particolare attenzione all’accoglienza di turisti asiatici, alla promozione del turismo italiano in Cina e all’analisi della domanda e dei flussi dei turisti cinesi.

"Il turismo cinese non guarda più solo alle mete classiche di Roma, Firenze, Venezia e Milano. Sta infatti crescendo con forza una domanda diversa e più articolata e, se guardo al Centro Italia, è chiaro che tra Firenze e Roma c'è uno dei 'serbatoi' più ricchi di cultura di qualità e stile di vita del nostro paese e dell'Europa" ha detto il vice presidente della Regione Umbria e assessore al turismo Fabio Paparelli. "La terza edizione in Umbria del China day, la prima a livello nazionale, - ha aggiunto - è la testimonianza del concreto e rinnovato impegno nel dare continuità all'iniziativa della Regione Umbria verso la società, il mercato, i territori cinesi nell'ambito di una sfida più grande e irrinunciabile del Sistema Italia".

Paparelli ha quindi sostenuto che "tutti gli indicatori turistici segnalano un interesse in crescita verso il nostro patrimonio culturale, artistico, ambientale, verso le nostre istituzioni formative e verso il nostro sistema territoriale e produttivo". "Anche in Umbria - ha aggiunto - i flussi turistici dalla Cina sono aumentati ogni anno dal 2010 fino a superare le 106 mila presenze nel 2015, anno 'boom' del turismo cinese, in cui si evidenzia un incremento dei flussi in quasi tutti i mesi dell'anno. Dopo la diminuzione dei flussi nel 2016, anche aggravata dal terremoto che ha colpito il centro Italia, da giugno 2017 si torna a registrare un costante aumento mensile di arrivi e presenze dalla Cina rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, con variazioni percentuali considerevoli. Nel periodo gennaio-ottobre 2017 si registrano infatti 66 mila 456 arrivi in Umbria e 85 mila 690 presenze con una variazione percentuale positiva del +11.66% negli arrivi e +6.33% nelle presenze rispetto allo stesso periodo del 2016. Tuttavia come Regioni dobbiamo fare di più, muoversi con un impegno e una comunicazione comune che passa anche dalla qualificazione di una offerta turistica sempre più orientata all'accoglienza del turismo cinese in chiave 'China frendly'. Se vogliamo fare sistema e spingere avanti il Sistema Italia in un enorme mercato come quello cinese bisogna trovare e valorizzare questo equilibrio". Per l'assessore "anche le Regioni debbono muoversi insieme in modo nuovo e così i sistemi territoriali secondo la logica del 'vivere all'italiana' secondo il nuovo 'claim' promosso dal Ministero degli affari esteri". "E ciò - ha detto - può riguardare filiere settoriali o aree geografiche contigue che possono mettersi in sinergia in vari campi tra cui il turismo. Questo è infatti una delle dimensioni proprie dell'internazionalizzazione perché genera un valore aggiunto di carattere economico e culturale. Per questo occorre operare con una strategia condivisa e una visione chiara che parta dal sistema Paese e sappia valorizzare le specificità dei diversi territori". Paparelli ha poi evidenziato l'importanza, non solo in Cina, di una rete di relazioni istituzionali tra governi locali che permetta di mettere in contatto i diversi territori e di accompagnare l'azione delle imprese o di singole istituzioni per aprire nuove opportunità e promuovere, attraverso il marchio territoriale, anche il potenziale turistico, con la garanzia di qualità dei prodotti e dei soggetti che interloquiscono. "Questa attività - ha evidenziato - può rappresentare un'opportunità reale per i territori italiani meno noti al pubblico cinese, che sono invece ricchi di eccellenze, di emozioni o per quelle Pmi e istituzioni locali che altrimenti, per dimensioni, verrebbero escluse dal circuito di internazionalizzazione. E' questo terreno di collaborazione che va meglio valutato, definito e messo in sinergia con l'azione nazionale del Mibact e dell'Enit e con quella degli strumenti di promozione come l'Ice. Come, ad esempio nel programma Mae-Regioni Cina che aveva messo insieme progetti comuni su settori cruciali quali le energie rinnovabili, la sicurezza alimentare, sanità e ambiente: tutti settori che sono ai primi posti dell'Agenda politica cinese, del nuovo Piano quinquennale e del nuovo modello economico che la compagine di governo del Presidente Xi Jinping vuole affermare e realizzare. Oggi - ha concluso Paparelli - è arrivato il momento di fare questo sforzo anche in ambito di promozione ed incoming turistico".

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