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Inchiesta di Priolo, botta e risposta tra Di Maio e Musumeci

PALERMO,  L'inchiesta per truffa sul Comune di Priolo e gli arresti domiciliari per il sindaco Antonello Rizza, candidato alle regionali con Forza Italia, hanno spaccato il fronte del Centrodestra siciliano. In un comizio con Giancarlo Cancelleri a Lampedusa, il candidato premier M5S Luigi Di Maio aveva commentato: "Noi siamo fissati con questa storia degli impresentabili. Il tema qui non sono solo i processi, dobbiamo vedere perché sono impresentabili: qui parliamo di persone coinvolte in processi come dare i soldi per famiglie indigenti a falsi poveri per farsi dare i voti; un'altro aveva lucrato sulla sanità... Noi non vogliamo fare la morale a qualcuno, ma vi dico che stanno candidando i vostri aguzzini politici e se ci fosse una legge onesta quella gente dovrebbe stare fuori dalle liste".

"Io non temo la contaminazione. È la mia storia a parlare per me. Ecco perché mi fa sorridere la doppia morale dei vertici grillini. Una setta giustizialista con gli avversari - che considerano nemici - e garantista quando ci sono da blindare le poltrone dei loro amministratori indagati, da Livorno a Bagheria, passando per Roma". Lo dice il candidato alla presidenza della Regione Sicilia nello Musumeci.

"Sono i partiti, tutti i partiti, che debbono garantire candidati indiscutibili per questo mi sento di ribadire la mia vicinanza politica e istituzionale ai magistrati siciliani, specie a coloro che sono impegnati in indagini e processi di mafia e in procedimenti per reati contro la pubblica amministrazione che riguardano figure politiche di qualunque colore o schieramento. - prosegue - La magistratura continuerà ad avere da me sempre,anche nell'eventuale ruolo di presidente della Regione Siciliana, sostegno e collaborazione, senza zone franche, senza se e senza ma".

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