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Messico sconvolto dal sisma, strage di bimbi in una scuola

CITTA' DEL MESSICO. Quasi 4 milioni e 600mila tra case,  negozi e altri edifici sono senza elettricità in Messico. Lo riferisce la compagnia elettrica nazionale citata dai media locali. La gran parte delle abitazioni senza elettricità si trovano nella zona della capitale e negli Stati di Guerrero, Morelos, Puebla, Oaxaca, e Tlaxcala.

E’, invece, di 36 morti, 32 bambini e quattro adulti, il nuovo bilancio di vittime dopo il crollo della scuola 'Enrique Rebsamen' di Città del Messico, secondo un inviato del quotidiano Excelsior sul luogo del disastro. Da un conteggio non ufficiale risulta che 14 persone sono state tratte in salvo dalla scuola, ma almeno una ventina potrebbero trovarsi ancora intrappolate sotto le macerie.

Il bilancio delle vittime del devastante terremoto che ha colpito il Messico è salito a
225. Lo riferiscono fonti ufficiali.

Mentre il governo del Messico risponde all’emergenza, lo staff di Save the Children «si è immediatamente attivato per verificare i bisogni più urgenti delle persone colpite dal terremoto».

L’Organizzazione esprime "seria preoccupazione per le decine di bambini che si trovavano all’interno della struttura scolastica nel centro di Città del Messico quando questa è collassata, in seguito alla potente scossa di magnitudo 7.1 di ieri pomeriggio».

Si tratta, prosegue Save the Children, di una delle due scuole che sarebbero crollate con l’evento sismico che ha ucciso oltre 200 persone e causato il crollo di decine di edifici. Migliaia di famiglie hanno perso la propria casa e si trovano ora nei rifugi.

Hanna Monsivais, coordinatrice dei programmi di Save the Children in Messico, ha raccontato di essersi trovata in strada con centinaia di altre persone che offrivano supporto e assistenza ai vicini: «le persone hanno mostrato un’enorme solidarietà. I volontari stanno portando acqua, cibo, vestiti e maschere, per poter aiutare le autorità a rimuovere detriti e pietre dal momento che ci sono ancora persone intrappolate sotto agli edifici. Di tanto in tanto chiedono di fare silenzio, per poterle ascoltare. È incredibile ciò che le persone stanno facendo per dare supporto. In molti si trovano ancora in uno stato di shock». Secondo Monsivais, interi isolati sono stati transennati e molti edifici non sono accessibili a causa dei danni subiti: «Il bilancio delle vittime - avverte - salirà».

Jorge Vidal, direttore delle operazioni di Save the Children in Messico, si trovava all’interno dell’edificio dove stava lavorando, al momento della scossa: «I nostri pensieri vanno alle migliaia di famiglie colpite da questo orribile disastro. I bambini sono spesso i più vulnerabili in emergenze come questa e siamo particolarmente preoccupati - afferma - perché le scuole della regione erano aperte al momento della scossa e piene di studenti».

Le immagini dei danni causati dal terremoto hanno scosso il mondo intero. «Un terribile terremoto ha colpito il Messico - ha detto il Papa in udienza in piazza San Pietro - qui tra voi ci sono molti messicani, il terremoto ha causato vittime e danni materiali» e «in questo momento di dolore manifesto la mia vicinanza a tutta la popolazione messicana, chiedo a Dio onnipotente che accolga nel suo seno quelli che hanno perso la vita». Il pontefice ha anche ricordato quanti «prestano soccorso» nel sisma, e ha invocato la «Vergine di Guadalupe, tanto cara alla nazione messicana».

Intanto, l’Unità di crisi della Farnesina fa sapere su Twitter che è al lavoro per verifiche, e «invita ad attenersi alle indicazioni delle autorità locali».

Molti gli esponenti politici che hanno espresso solidarietà alla popolazione messicana.

Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto le condoglianze al suo omologo messicano offrendo assistenza per il terremoto.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato che sia inviata una missione di soccorso e aiuto alla popolazione messicana colpita dal terremoto. Lo ha annunciato il suo ufficio. Nelle prossime ore, vigilia del Capodanno ebraico, partirà da Israele una squadra di 50 persone, soprattutto ingegneri, con il compito di aiutare i soccorsi messicani. La missione resterà in Messico fino al 29 settembre quando tornerà in patria per la ricorrenza di Kippur.

Si parla di un terremoto di magnitudo 7.1 che è stato 30 volte meno energetico rispetto al precedente, di magnitudo 8.1, avvenuto lo scorso 8 settembre. I due eventi sono avvenuti sulla stessa placca, ma è difficile dire se siano legati da un rapporto di causa-effetto. A rilevarlo sono gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

«Il terremoto di ieri - spiega il presidente Ingv, Carlo Doglioni - è stato 30 volte meno energetico del precedente: ha avuto una rottura su un piano che ha mosso un’area più ridotta, pari a circa 1.000 chilometri quadrati. Però fa parte dello stesso sistema di deformazione: è dovuto al movimento del Centro America, che si sta spostando sopra l’Oceano Pacifico di 7-8 centimetri all’anno. Questo fenomeno di subduzione è legato anche al magmatismo, tanto che ieri si è attivata anche un’eruzione di un vulcano lì vicino», chiamato Popocatépetl, ripreso da molti video pubblicati sui social.

Il sisma di ieri è avvenuto ad «una profondità elevata, che stimiamo al di sotto dei 50 chilometri», sottolinea il sismologo Alessandro Amato dell’Ingv. «Questa è un’evenienza piuttosto rara: l’ultimo precedente in Messico risale agli anni Novanta».

Resta difficile dire se ci sia un legame di causa-effetto tra la scossa di ieri e quella dell’8 settembre. «Interessano la stessa placca e sono figlie della stessa dinamica - precisa Amato - ma sono molto distanti nello spazio e nel tempo: non c'è stato un effetto diretto», ma per escludere un eventuale rapporto bisognerebbe «capire quale possa essere il processo di trasferimento dello sforzo dopo un terremoto grande come quello dell’8 settembre».

Un vero e proprio enigma, simile a quello che i sismologi avevano già dovuto affrontare dopo le due scosse che hanno colpito il centro Italia a due mesi di distanza l’una dall’altra, tra agosto e ottobre 2016.

«In quel caso però - conclude Amato - si era attivato lo stesso sistema di faglia, mentre in Messico abbiamo distanze maggiori».

Una tragedia che ha scosso anche il mondo dello sport. «In questo momento sono molto scosso, non ci sono parole per descrivere il dolore che provo per la tragedia che ha colpito la mia popolazione». Hector Moreno, difensore della nazionale messicana e della Roma, vive ore di angoscia nel ritiro della squadra giallorossa impegnata oggi a Benevento.

Continuamente in contatto con il Messico, segue l’evolversi della situazione e ci tiene a mandare attraverso l’Ansa un messaggio di sostegno: «Voglio inviare un abbraccio forte a tutte le famiglie colpite dal terremoto - conclude - e un pensiero all’eccezionale lavoro dei soccorritori. Fuerza Mexico».

«I ragazzi stanno tutti bene, per loro è tutto tranquillo. I mondiali sono stati annullati e ora siamo in contatto con il ministro Alfano e stiamo organizzando
il loro rientro": così il presidente del Comitato paralimpico italiano Luca Pancalli, a un evento in corso a Milano, ha rassicurato sugli azzurri presenti a Città del Messico in vista dei Mondiali di nuoto che sarebbero dovuti cominciare il 30 settembre nella capitale del Paese colpito dal terremoto.

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