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Michael Caine, Londra '60, formidabili quegli anni

dell'inviata Alessandra Magliaro

Si sarebbe potuto chiamare Michael La-carica-dei-101 e non è uno scherzo. Sir Michael Caine, 84 anni, leggendario attore di teatro e cinema inglese, è nato proletario, anzi cockney come dispregiativamente si chiamavano allora i figli della classe operaia britannica e il vero nome è Maurice Joseph Micklewhite Jr. Cominciò giovanissimo a voler fare l'attore, lui figlio di un pescivendolo e una casalinga, senza una lira, accettando tutte le parti, anche le più minuscole di assistente di scena. "Quando arrivò la prima scrittura mi dissero che dovevo scegliere un nome, perché il mio era impronunciabile. Era il 1954, ero a Leicester Square e dovevo rispondere subito: guardai i titoli, in uno davano L'ammutinamento del Caine, in un altro La carica dei 101. Scelsi Caine!". E' una delle delizie di My Generation, molto più di un documentario, piuttosto un affresco con immagini e colonna sonora strepitose dedicato alla Swinging London. Uscirà fortunatamente in sala, per I Wonder Pictures, e oggi Fuori concorso a Venezia 74 ad accompagnarlo con il regista David Batty è arrivato Caine.

Gli anni '60, l'epoca in cui tutte le utopie sembravano realizzabili, sono riletti da un protagonista che li ha vissuti con la voglia del successo, con la grinta di chi viene dal basso e vuole arrivare, di chi si è molto divertito. "Avevamo vinto la guerra - racconta all'ANSA Michael Caine - ma non avevamo vinto la pace. La Gran Bretagna del dopoguerra era noiosa e soprattutto rigidamente divisa in classi sociali, lo speaker della radio, la Bbc radio, vestiva in smoking per leggere le notizie. Tutto era rigido, controllato. Ho avuto la fortuna di vivere gli anni in cui ragazzi come me volevano pensare con la propria testa".

Caine racconta che per lui e altri della sua classe il mondo dello spettacolo era proibito: "Il mio primo film importante fu Zulu, in cui interpretavo un ufficiale britannico. Lo ebbi perché il regista era americano, Cy Endfield, mai un inglese mi avrebbe fatto fare un ufficiale piuttosto un soldato semplice".

84 anni, oltre 100 film, ancora in piena attività (dopo Youth di Paolo Sorrentino ha girato altri 4 film incluso un cameo in Dunkirk), da tempo pensava ad un film sulla Londra degli anni '60. "Fu un periodo in cui il futuro era plasmato dai giovani come me, mai era accaduto prima. Sarà per quello che ho vissuto - aggiunge - che penso che la giovinezza non sia un momento della vita ma una condizione mentale. E da allora, nonostante delusioni, gli anni '70 bui e tutto il resto penso: mai sognare in piccolo e mai guardare con rabbia indietro, si corre il rischio di inciampare. Io - prosegue - non ho motivo di avere rabbia".

Ecco così andare a ricercare materiale d'archivio prezioso, scene londinesi in cui i Beatles a Charing Cross incontravano i Rolling Stones e gli regalavano una canzone (I wanna be your man, 1964), David Bowie commesso a King's Road, Marianne Faithfull bellissima con Mick Jagger, e poi ancora Twiggy, Joan Collins, Mary Quant musica feste gesti di protesta, la prima radio libera al mondo (Radio Caroline, a largo della Manica), emittente pirata che trasmise il rock malefico che la Bbc vietava. "Ho avuto la fortuna di vivere gli anni in cui John Osborne e Arold Pinter mettevano in scena la working class e io ho potuto così abbracciare il teatro", evoca Caine.

Per chi ha vissuto la Swinging London come è stare nella Londra della Brexit? "Sono a favore - dice -, preferisco essere povero, ma padrone del mio destino, piuttosto che essere povero per colpa di Bruxelles. Sono cresciuto pensando che Bruxelles fosse la sede della radio che trasmetteva musica pop e non il luogo che ora gestisce casa mia. Comunque dobbiamo guardare al futuro, ogni generazione ha le sue opportunità e quelle di adesso sono date dalla facilità di comunicazione".

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