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Regionali, Miccichè: "Forza Italia pronta ad andare da sola al voto"

Gianfranco Miccichè

PALERMO.  Il centrodestra rischia di correre diviso nella gara per la presidenza della Sicilia: i tentativi di arrivare ad un accordo sul nome del candidato sono ancora in alto mare e la sfida tra Gaetano Armao e Nello Musumeci è ad un passo dal portare ad una spaccatura definitiva."Ci sono le condizioni per andare da soli, come nel '94 potremmo ripetere la stessa esperienza» avverte Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia per la Sicilia dopo la decisione di FdI di avanzare la candidatura di Musumeci in modo autonomo. Silvio Berlusconi insomma si sarebbe convinto ad andare avanti con la candidatura di Gaetano Armao nonostante gli appelli rivolti da Fdi e Lega ad appoggiare Musumeci, anche in ticket con Armao.

«La Sicilia aspetta di poter risorgere. E lo può fare solo con un gentiluomo: si chiama Nello Musumeci. Permettimi un suggerimento da tuo vecchio amico: è arrivata l’ora di smetterla con tante, troppe trattative. Armao, insieme a Musumeci può rappresentare davvero una squadra» è l’appello che lancia Francesco Storace in una 'videoletterà indirizzata proprio al Cavaliere. «Miccichè prova a logorare Musumeci, ma è l’unico candidato vincente» è l’avviso che arriva anche dal segretario regionale Sicilia occidentale della Lega-Noi con Salvini, Alessandro Pagano. Ma il plenipotenziario sull'isola di Fi, Miccichè, sembra aver suonato il gong. «Non c'è dubbio che ogni autocandidatura è sbagliata, ma stavamo per raggiungere un’intesa. Per vincere ci vuole una coalizione larga. Andare con una coalizione stretta e con gli stessi partiti e basta, non è un’offerta che può attrarre l’elettorato» sostiene Miccichè che stigmatizza i troppi paletti messi da quelli che chiama "cosiddetti alleati». L’idea di Fi è quella di puntare su Armao, avvocato palermitano, una figura che per Berlusconi sarebbe quella giusta per lanciare un nuovo progetto politico che punti ad un massiccio rinnovamento di Forza Italia, insieme alla lista dei «Siciliani indignati» di Armao. Un progetto che potrebbe trasformare ancora una volta la Sicilia ad esperimento da traghettare su scala nazionale. In grado cioè di dialogare con i moderati di centrodestra e di centrosinistra. Per questo Miccichè non chiude le porte ad Angelino Alfano. «Nella cultura occidentale il concetto del non perdono non esiste. Non penso che avremmo dovuto uccidere il vitello grasso per annunciare e festeggiare il ritorno del figliol prodigo, ma ragionare però sul fatto che la vittoria in Sicilia dovrebbe essere il nostro primo obiettivo per il bene dei siciliani». Anche Ap reagisce: "se mi è consentito adesso i veti li mettiamo noi che abbiamo i numeri per farlo. Adesso basta. Siamo stanchi di sentirci dettare le regole da Salvini, alla Meloni all’estrema Sinistra, che valgono meno di niente» dice il deputato regionale messinese di Ap, Nino Germanà.

Ma proprio sul ruolo di Ap gioca il M5s che da oggi riprende la sua campagna elettorale in vista del voto di novembre. «I partiti di destra e di sinistra stanno pregando Alfano di allearsi con loro. Ma per fare cosa? Per perdere con un pò più di dignità. Voi siciliani siete merce di scambio sui tavoli nazionali» avverte Luigi Di Maio che oggi insieme al candidato Ciancarlo Cancelleri e ad Alessandro Di Battista riprende il tour del M5s #atuttaSicilia.

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