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Migranti, no dei sindaci ma in Sicilia è un affare da 342mila euro al giorno

PALERMO.  I dati del ministero dell’Interno parlano chiaro: è la Sicilia la regione che ospita la percentuale più alta di minori stranieri non accompagnati. Ma quanto costano ai contribuenti? Quanti soldi arrivano ogni giorno ai cosiddetti enti gestori, cioè alle strutture di accoglienza di secondo livello sparse sul territorio?

A specificarlo nero su bianco è una circolare diffusa l’anno scorso dall’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali, a seguito del cresceste numero di sbarchi sulle coste siciliane e del conseguente aumento di bambini non accompagnati, che nel 2016 ha portato il governo nazionale e gli enti locali alla «definizione di un sistema di accoglienza in grado di provvedere con tempestività alla molteplicità dei bisogni espressi dai minori».

A seguito di quell’intesa con Roma, l’Esecutivo nazionale ha posto a carico del Fondo per l’accoglienza, gestito dal ministero del Lavoro, il pagamento ai Comuni di un contributo giornaliero per ospite pari a 45 euro, contributo che gli stessi Comuni provvedono a trasferire all’ente gestore senza alcun obbligo di onere aggiuntivo a carico dell’amministrazione locale.

Calcolatrice alla mano, considerando che ad oggi sono oltre 7.600 i migranti minorenni accolti in Sicilia senza i genitori, significa che nell’Isola, ogni giorno, arrivano più di 342mila euro destinati a questo capitolo di spesa.

Soldi (è bene precisarlo) che non vanno direttamente in tasca ai migranti, ma finiscono nelle casse degli enti gestori dei centri, e servono a coprire le spese di gestione e a pagare lo stipendio degli operatori, mentre solo 2,5 euro, il cosiddetto «pocket money», vengono dati ai rifugiati per le piccole spese giornaliere.

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