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Sfila capsule di Camaiani ispirata a Marrakech

 Capsule ispirata a Marrakech per Vittorio Camaiani che fa sfilare la sua collezione nel giardino della casa romana di Marina Ripa di Meana, trasformato in un jardin Majorelle. Camaiani ha tratto spunto da un viaggio in Marocco e dopo aver subito il fascino misterioso del Maghreb ha reso omaggio a questa terra di spezie e mosaici, di luci e ombre. La collezione fa riferimento alla Marrakech di Yves Saint Laurent, al viaggio creativo che avrebbe certamente affascinato anche Talitha Getty, l'icona fashion degli anni Sessanta che importò per prima l'estetica etno-chic dal Marocco a Roma.

Vittorio Camaiani sorprende con sottili citazioni, con suggestioni che toccano il tema principale in modo mai scontato e anche questa volta è un gioco raffinato di rimandi ad evocare il suo Marocco. Il viaggio reale diventa per Camaiani viaggio mentale, creando una collezione di forte impatto, sospesa tra sartorialità e impennate creative.

Gli abiti per il giorno sono nei colori delle spezie: il giallo, il rosso, l'ocra, disposti a intarsi nelle bluse in cachemire. Il color carta da zucchero cita la latta dei barattoli delle botteghe del suk di Marrakech. Le spezie tornano nei riquadri in cachemire, lane bouclé, tweed, per cappotti-vestaglia e poncho. Il blu indaco dei mosaici della Madrasa Ben Youssef appare nelle tessere di lana bouclé e dei pantaloni o nelle tasche delle gonne in flanella grigia.

Per la sera sfilano bluse di organza di seta colorate da maxi tessere spruzzate di cristalli in un mosaico scomposto.

Si abbinano a pantaloni neri decorati con tessere multicolore.

Le tute-caftano e gli abiti da sera alternano i batik dipinti a mano su disegno dello stilista, alle lane ricamate.

Le calzature realizzate da Lella Baldi citano le babouches, mentre i cappelli richiamano in versione femminile il tipico fez marocchino.

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