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A sei anni muore per complicanze legate al morbillo, contagio da fratelli non vaccinati

MILANO. Aveva solo 6 anni, e già stava combattendo una dura battaglia contro la leucemia. Il suo sistema immunitario però, già messo alle strette dalla malattia, non ha potuto difenderlo dalle complicanze causate dal virus del morbillo, che gli avrebbero passato i suoi fratelli non vaccinati. Per questo il piccolo è morto oggi all’Ospedale San Gerardo di Monza, come ha confermato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera.

Secondo fonti ospedaliere, la famiglia avrebbe preferito non far vaccinare i due figli più grandi, nonostante il più piccolo - proprio a causa della leucemia - avesse un sistema immunitario compromesso, e quindi non potesse né essere vaccinato né difendersi da solo contro eventuali infezioni. «È dolorosissimo commentare la morte del bimbo, che si sarebbe probabilmente salvato dalla leucemia - ha commentato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - ma che il morbillo ha ucciso perché essendo malato non poteva essere vaccinato. Succede, come dice la scienza, quando manca l’immunità di gregge. Non serve aggiungere parole, bisogna rispettare la medicina e le verità scientifiche per fare il bene dei nostri figli. Sono vicina ai genitori e al loro immenso dolore».

«La storia di questo piccolo - ha detto Gallera - è l’esempio di come la cosiddetta 'immunità di greggè sia fondamentale per la protezione di coloro che, per la loro malattia o per lo stato di trattamento in cui si trovano, non sono protetti, anche quando fossero vaccinati dal morbillo così come da altre malattie infettive». L’immunità di gregge è, di fatto, una protezione indiretta dalle malattie per cui ci si vaccina. Se ad esempio 95 persone su 100 sono vaccinate contro il morbillo, questo protegge dalla malattia anche le 5 che non sono vaccinate: semplicemente, perché il virus non ha abbastanza persone da poter infettare, e quindi non riesce a diffondersi. Se però la soglia delle persone non coperte da vaccinazione è più bassa, un virus ha molte più possibilità di colpire: e questo è ancora più pericoloso per quelle persone che non possono vaccinarsi ad esempio a causa di particolari patologie.

Il piccolo era affetto da una Leucemia Linfoblastica Acuta, "malattia che oggi ha una probabilità di guarigione in oltre 85% dei casi con forme simili. Ma il 15 marzo - ha aggiunto Gallera - per il sospetto di infezione da morbillo poi confermata il giorno successivo, è stato trasferito in terapia intensiva" perché i suoi polmoni non riuscivano più a respirare autonomamente. Il bimbo è rimasto intubato per oltre 3 mesi, con anche un supporto che compensasse un’insufficienza cardiaca, fino al tragico epilogo di oggi. «Una tragedia, questo bimbo è morto per il morbillo, noi ce l’abbiamo messa tutta» ha detto il professor Andrea Biondi, primario della Clinica Pediatrica del San Gerardo di Monza. Il professor Biondi, da qualche mese in contatto diretto con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in qualità di esperto di malattie pediatriche, ha detto di «aver tentato in tutti i modi di salvare la vita del piccolo. E' arrivato da noi sei mesi fa, per essere trattato come da prassi per la sua malattia, poi ci siamo accorti che aveva contratto il morbillo"

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