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Otto nuovi scavi a Pompei per conoscere la città sepolta

POMPEI (NAPOLI). Otto nuovi scavi nel sito archeologico di Pompei fanno emergere reperti antichi e forniscono informazioni inedite sulla città romana sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo.

Le ricerche, condotte dalla Soprintendenza speciale di Pompei, sotto la direzione del professor Massimo Osanna, sono finalizzate a ricostruire l’aspetto del sacro
e l’urbanistica della Pompei più antica.

Gli otto cantieri, dove si lavora in contemporanea, sono individuabili per la presenza di aree transennate che il pubblico incontra durante la visita negli Scavi. E non manca a chi assiste con pazienza l’emozione di seguire in diretta il ritrovamento di nuovi reperti: vasellame ed ex voto strappati alla cenere e ai lapilli che li coprì duemila anni fa. A chiunque voglia sapere di più su quanto sta accadendo grazie alle ricerche in corso, sarà possibile ricevere spiegazioni da parte degli archeologi impegnati nelle attività svolte.

''Lo studio e la ricerca archeologica - spiega Osanna - costituiscono la base imprescindibile delle attività di tutela e di valorizzazione, in quanto solo la conoscenza approfondita del contesto archeologico può garantirne la corretta salvaguardia nel tempo. Gli scavi in corso si concluderanno entro l’estate e i numerosissimi reperti rinvenuti saranno esposti all’Antiquarium al termine delle mostre temporanee attualmente in corso".

Alcuni cantieri sono condotti con la collaborazione dell’Università La Sapienza di Roma, che sta concentrando le ricerche sul Capitolium (Tempio di Giove) per approfondire la storia urbana di Pompei in relazione alle trasformazioni dell’area del Foro a seguito della sua monumentalizzazione nel corso del tempo. I dati appena emersi gettano luce sul cuore della Pompei pre-romana. Oltre al cantiere di scavo nel suburbio meridionale, si scava nel Foro, nell’Insula Occidentalis, nella Torre di Mercurio con le mura antiche, nella Schola Armaturarum e nelle aree sacre del Santuario di Apollo, nel Foro Triangolare, nel Tempio di Iside e nel Santuario
extraurbano del Fondo Iozzino.

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