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"L'isola di Arturo", compie 60 anni il libro cult di Elsa Morante

ROMA. Arturo bambino, sognatore selvaggio, che cresce senza la mamma, morta durante il parto. Arturo adolescente, affamato di vita e conoscenza. Arturo nostalgico e solitario nella mediterranea Procida. Arturo che cresce senza una figura femminile e con un padre assente che mitizza. Arturo innamorato e disilluso. Arturo che se ne va senza voltarsi indietro.

Compie 60 anni la storia del ragazzo che nelle sue diverse sfumature e nei suoi travagli adolescenziali è un po' tutti noi, raccontata da Elsa Morante nel libro che le diede popolarità 'L'isola di Arturò, vincitore del Premio Strega nel 1957.

Uscito in prima edizione da Einaudi nella primavera dello stesso anno, tra i più importanti romanzi del Novecento, come ne parlò Natalino Sapegno alla morte della scrittrice nel 1985, il romanzo è diventato anche un film nel 1962 per la regia di Damiano Damiani che lo stesso anno ha vinto la 'Concha de Oro' al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian, in Spagna.

Amato da generazioni di lettori, il romanzo viene festeggiato domani nella serata di letture e testimonianze 'Compleanno di Arturo' al Teatro Argentina di Roma dove è annunciata la presenza di Carlo Cecchi, Laura Morante e Daniele Morante.

L'evento a ingresso libero fino ad esaurimento posti, a cura di Paolo Di Paolo e Giuliana Zagra, vedrà dalle 19 alternarsi sul palco Maria Rosa Cutrufelli, Francesca Gatto, Filippo La Porta, Antonella Lattanzi, Rosetta Loy, Melania Mazzucco, Elio Pecora, Romana Petri, Sandra Petrignani, Elisabetta Rasy, Paola Soriga, Elena Stancanelli, con gli allievi della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma Angela Ciaburri, Arianna Pozzoli, Giuliana Vigogna.

Romanzo di formazione, romanzo-specchio, inserito nella corrente del realismo magico, la storia di Arturo è quella del "ragazzo che volevo essere», come scrisse Elsa Morante, nata a Roma il 18 agosto 1912. Sullo sfondo della bellissima e selvaggia isola di Procida nel 1938 un adolescente, che ancora non conosce la menzogna vive il sortilegio attraverso l'ambiente.

Secondo romanzo della Morante, dopo 'Menzogna e sortilegio' del 1948, 'L'isola di Arturo' è avvolto in una dimensione onirica ed emozionante in cui ci trasporta con dei flash back il protagonista tra illusioni, delusioni, incomprensioni, indifferenza. Arturo bambino sogna ad occhi aperti, ma quando il padre porta a casa la sua nuova giovane sposa, Nunziata, il ragazzo scopre l’attrazione carnale, la gelosia per il fratellino appena nato. Si innamora della sua matrigna, vive sentimenti contrastanti che lo portano, per attirare l'attenzione, a un tentato suicidio con una dose di sonniferi. Ma la grande disillusione arriva con la scoperta dell’omosessualità del padre. La Morante crea un’istantanea su
tante storie al di fuori della Storia interrogandoci e illuminandoci con una scrittura che sorprende ancora.

«Mi mettevo a baciare, per prova, magari la mia barca; o un’arancia che mangiavo, o il materasso su cui stavo disteso. Baciavo il tronco degli alberi, l’acqua che affiorava dal mare; baciavo i gatti che incontravo per la strada! E mi accorgevo di saper dare, senza che nessuno me lo avesse insegnato, baci dolcissimi, veramente belli» dice Arturo.

E più avanti racconta:

«Mi dicevo: anch’io, un giorno o l’altro, bacerò qualche persona umana. Ma chi sarà? quando? chi sceglierò, la prima volta? E mi mettevo a pensare a diverse donne viste nell’isola, o a mio padre, o a qualche ideale, futuro amico mio. Ma simili baci, al figurarmeli, mi parevano tutti insipidi, senza valore. Al punto che, per una specie di scaramanzia, volendo sperarne di più belli, li rifiutavo, anche
soltanto nel pensiero, tutti. Mi pareva che non si potesse mai conoscere la vera felicità dei baci, se erano mancati i primi, i più graziosi, celesti: della madre».

Prima dei romanzi, la Morante è stata autrice da giovane di favole, filastrocche e racconti per bambini e ragazzi come documentano 'Il gioco segretò del 1941 e 'Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina' del 1942. Un approccio alla scrittura che si sente in tutti i suoi romanzi, compresa 'La Storia' del 1974 e Aracoeli del 1982 a cui si aggiungono i racconti del 1963 'Lo scialle andaluso'.

I 60 anni dalla pubblicazione de 'L'isola di Arturo', che a un anno dalla morte della scrittrice ha dato il nome anche a un premio letterario, vogliono proprio essere una festa «per riscoprire, ricordare, riamare un grande romanzo che ha segnato la storia della letteratura italiana» e che sta oltre il tempo, non può invecchiare, come le favole.

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