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Allarme "Blue Whale" tra i giovanissimi: in Sicilia 3 casi sospetti negli ultimi giorni

PALERMO. Si diffonde come un virus tra i giovanissimi il gioco della “Blue whale”, la balena blu. L’obiettivo è distruggersi. L’ultimo episodio è stato registrato dalla forze dell’ordine a Ferla nel Siracusano. I carabinieri sono riusciti a raggiungere una giovane donna, che aveva postato su Facebook foto del proprio braccio con ferite d’arma da taglio. Si tratta di gesti di puro autolesionismo che si stanno diffondendo proprio tramite i social.

L’allarme è scattato grazie a persone che conoscono la giovane. Così è partita la ricerca attraverso le banche dati delle forze di polizia per trovare tutti gli elementi utili e risalire all’indirizzo della donna.Una volta trovata i militari sono riusciti a convincerla ad affidarsi a loro e ad essere portata all’ospedale di Lentini. Anche a Palermo è scattata l’allerta per il gioco “blue whale”.

Due giorni fa sono apparse alcune scritte inquietanti sui muri del centro commerciale La Torre, a Borgo Nuovo. Una ragazzina, che si è firmata Aurora, promette che il 4 giugno (domani) completerà il gioco, gettandosi dal ponte Corleone.I carabinieri stanno indagando per cercare di verificare se effettivamente c’è qualche ragazzina che ha bisogno di aiuto.Mentre alla fine dello scorso mese si è registrato anche a Caltanissetta un caso di una giovane caduta nella trappola del "Blue Whale".

Una quattordicenne, di un paese della provincia nissena, a scuola si è chiusa in bagno rimanendovi per un lasso di tempo piuttosto lungo. I compagni hanno cercato di capire cosa stesse succedendo. Alla fine sono riusciti a entrare, scoprendo che la ragazza si era tagliata.Una delle "tappe" del gioco, che culmina con il suicidio di chi è coinvolto, è appunto quella di procurarsi delle ferite nel corpo. Sul posto sono arrivati i soccorritori del "118", che hanno prestato le prime cure alla giovane. La scuola si è attivata immediatamente per far in modo che la studentessa segua un programma di riabilitazione psicologica.

E un intervento arriva anche dalle istituzioni. L’assessore regionale alla Famiglia, Carmencita Mangano, per affrontare a livello regionale il fenomeno “Blue whale” ha intenzione di avviare un tavolo tecnico con tutti i soggetti istituzionali coinvolti per trovare strategie concrete utili.

“Nei prossimi giorni convocherò la Commissione per la devianza, sicurezza e inclusione sociale – dice l’assessore -. Come assessore, ma soprattutto come medico e psichiatra, sento la necessità di dare alle famiglie e ai ragazzi una risposta concreta che non sia fatta di slogan ma di soluzioni reali. Occorre capire al più presto come fronteggiare questo fenomeno che pur avendo il format di un gioco è una vera e propria devianza”.

Saranno coinvolti nel tavolo tecnico i rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, le prefetture, l’Anci, le Aziende sanitarie provinciali. Tra gli altri ci saranno anche pediatri e neuropsichiatri infantili. Altamente evocativo per l’assessore il nome usato per indicare il ‘gioco’: Blue Whale ossia Balena Blu. “I biologi marini ci dicono che questi cetacei spesso disorientati si spiaggiano e finiscono con il morire – prosegue Mangano -. Non si può allora non sentire l’urlo di queste esistenze ‘spiaggiate’, disorientate e pronte a morire. E’ un dovere etico prima che politico intervenire per arginare questo fenomeno”. Un gioco dell’orrore che per l’esponente della giunta Crocetta “non è neppure un gioco”, ma la celebrazione di “un rito deviato e malato, la manifestazione di un disagio fortissimo, che ha radici antiche, forse in un’infanzia negata, in nuclei familiari non sani”.

Il rischio di emulazione è elevato: “C’è in questo caso come in altri perché persone fragili, esistenze più deboli possono non avere le risorse necessarie a elaborare le sollecitazioni esterne in modo adeguato. Anche per questo bisogna intervenire subito” conclude Mangano.

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